In tanti ricordano quella terribile notte del 24 agosto 2016, notte della prima, devastante, scossa. Nei borghi feriti dal sisma poco o nulla è cambiato. Se è vero che, da qualche mese, sono comparse le prime impalcature, è pure vero che la ricostruzione è quasi al palo. Poche, pochissime, le famiglie tornate a casa.
A cinque anni dal terremoto che devastò Amatrice e il Centro Italia, la ricostruzione procede ancora troppo a rilento. In particolare quella delle scuole e la rimozione delle macerie restano ancora i due talloni di Achille.
Per quanto riguarda le richieste di contributo per la ricostruzione degli edifici privati, nell’ultimo anno in Umbria si è registrato un incremento del 72 per cento di domande. È quanto emerge dal report fornito dalla struttura commissariale: al 30 giugno scorso, sono 3.463 le richieste presentate in Umbria. Di queste, 1.687 sono state accolte e riguardano 4.200 abitazioni.
A cinque anni dalle prime scosse del sisma 2016, sono 1.600, in Umbria, le persone rientrate a casa. La struttura commissariale, sulla base delle schede Aedes e Fast redatte dai tecnici dopo i terremoti del 2016 e 2017, ha censito in Umbria 11.890 edifici inagibili: di questi, 6.526 hanno riportato danni gravi, mentre 5.364 danni lievi. Sulla scorta di questi dati, viene spiegato, «in Umbria le domande coprono il 53 per cento dei danni lievi e il 9 per cento di quelli gravi».
Ma il quinto anniversario del sisma d’agosto è stata anche l’occasione per fare un focus sugli sms solidali: tre gli interventi previsti in Umbria, con 4,8 milioni di euro a disposizione. «Il primo, già concluso, ha fornito alle scuole primarie dei territori della Valnerina aule interamente digitali e cablate nell’ottica di implementare la rete informatica del territorio. Il secondo, che è anche il più consistente con circa 4 milioni di euro previsti, punta a realizzare una rete di Centri con finalità di Protezione civile nei Comuni che non hanno strutture simili nei cinque ambiti territoriali di Norcia, Vallo di Nera, Monteleone, Preci e Cascia. L’ultima opera riguarda il restauro di beni culturali mobili e la restituzione ai vari comuni ed anch’essa è stata portata a termine». Delle 25 ordinanze speciali approvate finora e che consentono di intervenire in deroga alle normative attuali, cinque riguardano l’Umbria: si tratta di quelle per la ricostruzione della Basilica di San Benedetto di Norcia, di Castelluccio, Sant’Eutizio a Preci, Cascia (scuola e ospedale) e Norcia (Polo scolastico, in primis).
Il 24 agosto di cinque anni fa, alle 3,36 ad Amatrice, prendeva il via una delle più importanti sequenze sismiche che hanno colpito il territorio nazionale, in questo ultimo secolo. Una scossa di magnitudo 6.0 devasta i Comuni di Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), Norcia. E’ l’inizio di quella che l’Ingv definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso. 140 comuni e circa 600mila persone coinvolte. A distanza di 5 anni il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, fotografa lo stato dell’arte nello studio dei terremoti in Italia. “E’ importante ricordare i terremoti – spiega Doglioni – perché il nostro cervello tende invece a voler rimuovere il ricordo delle tragedie, mentre invece la memoria di questi eventi terribili ci aiuta a porre in essere tutte le possibili strategie difensive dagli eventi futuri che inevitabilmente torneranno”.
La situazione
Dal quel 24 agosto poco è cambiato. “La ricostruzione privata _ denunciano i sindaci – procede con fatica e quella pubblica è quasi ferma. Ci sono ancora 7.500 persone che vivono nelle Sae (le casette prefabbricate). Gli immobili colpioti circa 80mila e i progetti presentati poco più di 20mila, i cantieri aperti 5.500. In Umbria è terminata la ricostruzione di 1.600 unità abitative, che sono state quindi riconsegnate ai proprietari, mentre risultano concessi contributi di ricostruzione post sisma per 4.200 abitazioni.
Il report del commissario Legnini
Emerge dal report elaborato dalla struttura commissariale guidata dal commissario Giovanni Legnini, secondo cui nella regione le domande presentate coprono il 53 per cento dei danni lievi e il 9 per cento di quelli gravi, anche se si registrano significative differenze: la situazione più complessa, in base alla rilevazione, risulta quella di Preci con il 40 per cento delle domande di danno lieve presentate e appena il 9 per cento di quelle per danni gravi, mentre a Norcia la ricostruzione leggera ha superato il 56 per cento e quella pesante l’11 per cento e, infine, a Spoleto le domande per danni lievi raggiungono addirittura il 63 per cento del patrimonio danneggiato, ma restano ancorate a un misero 7 per cento quelle per i danni gravi.
“Per noi il dolore c’è sempre, al di là dell’anniversario del 24 agosto. Ma questa data quest’anno ci colpisce perché finalmente, dopo cinque anni, si avvicina l’inizio del processo di primo grado per il crollo. Speriamo non ci attendano altre sorprese”: A parlare con l’Ansa è Marco Gianlorenzi, fratello di Matteo, il quarantaquattrenne di Orvieto morto sotto le macerie dell’hotel Roma di Amatrice, insieme alla moglie Barbara Marinelli, a causa del terremoto. Nell’anniversario del sisma le due vittime umbre – in onore delle quali è stata fondata l’associazione 3.36 per Barbara & Matteo – verranno ricordate con un minuto di raccoglimento presso la sede locale della Protezione civile. “La comunità orvietana ci è stata sempre molto vicina” sottolinea Gianlorenzi. Che si dice però “rassegnato” perché si aspetta che “i tempi della giustizia saranno ancora lunghissimi”. “Basta vedere cosa è accaduto a L’Aquila” prosegue. Per Gianlorenzi, infine, lo “Stato dovrebbe anche garantire dei risarcimenti o delle indennità ai familiari delle vittime dei terremoti, come accaduto per la tragedia della valanga di Rigopiano
In Umbria, è stato quindi riferito, la situazione più complessa è quella che riguarda Preci, dove è stato presentato appena il 40 per cento delle domande di danno lieve e il 9 di quelle per i danni gravi. A Norcia, che ha subito il maggior danno, la ricostruzione leggera è al 56 per cento, mentre quella pesante all’11 per cento. A Spoleto, comune più grande del cratere umbro e che conta moltissimi danni diffusi, le domande per i danni lievi si attestano al 63 per cento, mentre quelle per danni gravi non superano il 7 per cento. Il piatto dei danni gravi piange anche a Ferentillo (domande ferme al 3 per cento), dove invece le richieste per i danni lievi viaggia all’85 per cento.
(Articolo tratto da La Nazione)