La ricostruzione in Umbria procede a grande rilento, si parla molto e si conclude poco. Sono tantissimi i cittadini che vorrebbero sistemare le proprie abitazioni ma non gli viene dato il modo per farlo.
Il procuratore regionale della Corte dei conti, Antonio Giuseppone, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2019 ha mostrato ai giornalisti la sua preoccupazione. Nel suo intervento in conferenza stampa ha detto “Preoccupa un po’ il ritardo con cui la ricostruzione post terremoto stenta a decollare. Anche su questo fronte noi siamo vigili e attenti” ha quindi affermato “il ritardo comincia ad assumere una dimensione sempre meno giustificabile. Dal nostro punto di vista finché i soldi non vengono spesi un danno erariale non si configura. Mi auguro però che la ricostruzione possa partire in tempi rapidi e che tutto proceda rispettando le regole”Ed ha aggiunto “Speriamo di non trovare mai situazioni tali da determinare un danno per l’erario. Se mai dovessimo avere notizia che c’e’ qualcosa che non va interverremo nei limiti delle nostre competenze”.
La burocrazia è sempre l’ostacolo più grande da abbattere ed anche se i soldi per i primi interventi del post terremoto ci sono i lavori di rimozione delle macerie sono bloccati.
Buona parte delle macerie sono state portate via e sistemate presso una discarica di Norcia, ma per la parte restante si attende ancora il versamento della somma dovuta alla Vus per i lavori fatti e da fare.
Ma nessun timore per la prosecuzione dei lavori: .
Qualche tempo fa il presidente della multiservizi pubblica Lamberto Dolci aveva dichiarato “Siamo ottimisti di incassare le somme quanto prima e siamo anche sereni perché la Regione sta lavorando, i sindaci con i Comune pure e noi oggi riuniremo a Cascia il Consiglio di amministrazione, confermando così alla comunità e all’amministrazione la piena e totale disponibilità a conoscere e affrontare i problemi, sempre con la speranza di poterli risolverli”. Ma la situazione ad oggi non è di fatto cambiata.
Naturalmente c’è, come solito, chi tenta di speculare politicamente sulla vicenda e già si preannunciano interrogazioni parlamentari “per chiedere al Governo chiarimenti sul perché sussista questo ritardo”.
Il settimanale Umbria Settegiorni a proposito di ritardi qualche tempo fa aveva scritto “Se vogliamo vedere il bicchiere un po’ pieno c’è da dire che 110 cantieri sono stati ultimati e 150 famiglie sono rientrate nelle proprie abitazioni. Ma stiasmo parlando di piccoli numeri a fronte di 8000 edifici lesionati. L’ufficio speciale per la ricostruzione (Usr) sottolinea comunque che sono solo un migliaio i progetti presentati rispetto agli 8 mila edifici danneggiati dal terremoto di due anni e mezzo fa. Una parte della colpa va addossata certamente alla burocrazia e gli iter autorizzativi eccessivamente centralizzati e farraginosi, ma anche gli uffici tecnici che non si muovono con la celerità necessaria.Addirittura delle mille pratiche presentate (appena il 12%), un terzo è carente di documentazione ed un altro terzo è fermo presso gli uffici comunali”.