Aveva trovato un sistema che pensava sicuro per arrotondare il suo stipendio, sottraendo i soldi dai correntisti, soprsattutto anziani pensando che non se ne accorgesse nessuno.
Ma almeno in un caso gli è andatas male.
I fatti sono avvenuti nel 2015 e dalle indagini condotte dal pm Raffaele Pesiri e dalle forze dell’ordine, si è scoperto che erano state falsificate le firme del titolare e compiute operazioni a sua insaputa.
Le indagini avevano preso le mosse a seguito della denuncia di un anziano cliente di una banca ternana che aveva chiesto conto di prelievi non autorizzati e si era risaliti così all’impiegato infadele che sperava di farla franca.
Il processo si terrà a luglio prossimo e l’uomo difeso dall’avvocato Mauro Cecconelli si professa innocente, ma sarà la perizia calligrafica a scagionarlo o a metterlo nei guai.