In merito ad una indagine della polizia nei confronti di una dipendente che avrebbe fatto sparire tremila euro dalle case dell’ente, fornendo alle persone interessate a saldare i corrispettivi un Iban a lei riconducibile, la regione ha emesso una nota in cui dichiara la sua posizione “In riferimento all’indagine da parte della magistratura sull’operato di un dipendente dell’amministrazione regionale nei confronti del quale sarebbe ipotizzato il reato di peculato, la stessa amministrazione tiene a sottolineare che, nel caso in cui emergessero responsabilità a carico del dipendente, adotterà tutti i provvedimenti di legge per la tutela dell’interesse pubblico e dell’ente e per il recupero delle somme che risultassero indebitamente sottratte, compresi gli eventuali provvedimenti di carattere disciplinare” nella nota viene aggiunto “Nel manifestare apprezzamento per il lavoro della magistratura e delle forze di polizia, impegnate nello svolgimento dell’inchiesta giudiziaria, la Regione Umbria tiene a rimarcare che la stessa indagine è stata svolta con la piena collaborazione degli uffici regionali interessati.
L’attività di controllo, verifica ed ispezione della Regione continuerà con identica intensità”
La Regione Umbria ha ribadito l’assoluta fiducia nei confronti di tutto il personale dipendente che svolge con onestà, impegno e professionalità la propria funzione al servizio della collettività, nell’interesse dei cittadini, e per l’erogazione di fondamentali servizi pubblici. Cosa che non può in alcun modo essere offuscata da un isolato episodio.