E’ durato tre ore l’interrogatorio di Luca Palamara, il sostituto procuratore di Roma, ex consigliere del Csm ,ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), che ha risposto alle domande dei pubblici ministeri di Perugia, Gemma Miliani e Mario Formisano.
Il potente magistrato Luca Palamara è sospettato di aver accettato danaro e regali consistenti in viaggi e vacanze a suo beneficio e a beneficio di familiari e conoscenti, in luoghi esclusivi :a Taormina, a Madonna di Campiglio e a Dubai. Ci sarebbe anche un anello del valore di 2mila euro che Palamara avrebbe regalato a un’amica.
Le regalie sarebbero state pagate in buona parte da Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone, molto vicino al Partito Democratico e in affari con gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore.Centofanti venne arrestato nel febbraio 2018 per frode fiscale.
Amara, Calafiore e Centofanti sono coinvolti in un’inchiesta collaterale che li vede indagati per corruzione e compravendita di sentenze al Consiglio di Stato.
Palamara ha riferito ai giornalisti “Ho chiarito la mia totale estraneità a questi fatti che hanno leso la mia dignità di uomo. Non mi riconosco su questa valanga di fango caduta sulla mia persona e sulla magistratura intera”.
Ed ha aggiunto “Non ho mai inteso danneggiare alcuno, tanto meno i colleghi del mio ufficio verso i quali ho sempre manifestato stima, disponibilità e attenzione”.
Il sostituto procuratore di Roma ha confermato ai giornalisti di aver negato con fermezza l’accusa di avere ricevuto 40 mila euro per favorire la nomina di Giancarlo Longo a procuratore di Gela ed ha sottolineato “Non ho mai barattato la mia dignità e professione con alcuno. E mai lo farò”
Da questi ultimi il sostituto procuratore romano, all’epoca in cui era componente del Csm, avrebbe anche ricevuto 40 mila euro -parrebbe- per favorire la nomina di Giancarlo Longo a procuratore di Gela. Longo venne poi arrestato nel febbraio 2018 per corruzione a Messina .
C’e poi un altro filone dell’indagine con le ipotesi di reato per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale per le accuse nei confronti dell’attuale consigliere del Csm, Luigi Spina, anch’egli esponente di Unicost, come Palmara che – ad avviso dei pm- avrebbe avrebbe rivelato al suo collega notizie relative all’inchiesta di Perugia nel quale era indagato.
A sostegno di questa accusa pare che ci sia una conversazione dello scorso maggio avvenuta tra Spina, Palamara assieme a due parlamentari.
Un altro dei soggetti chiave associati alle indagini sui rapporti tra Palamara e Spina è poi il pm romano Stefano Rocco Fava, indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto di ufficio in concorso per aver rivelato a Palamara informazioni importanti sulle indagini a suo carico fornendogli atti e documenti.
Da una lettura generale sui fatti documentati dalla stampa – parrebbe – ci siano altre conversazioni e incontri di Palamara con Cosimo Ferri, deputato del PD, ex sottosegretario alla Giustizia nei governi Letta, Renzi e Gentiloni, e molto influente nella corrente Magistratura indipendente, e Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Renzi, imputato di favoreggiamento nel caso Consip dopo la richiesta di rinvio a giudizio firmata dai Pm Pignatone e Ielo.