di M.C. – Le cose sono due, o ad Umbertide di poveri italiani ce ne sono pochi, oppure il Comune altotiberino si distingue per la sua generosità e per il suo spirito di accoglienza. Sta di fatto che a guardare la graduatoria definitiva per l’assegnazione di alloggi di edilizia sociale, comunemente conosciute come case popolari, c’è di che rimanere stupefatti.
I numeri parlano chiaro: su un totale di 52 domande accettate, 42 appartamenti andranno a famiglie di origine straniera, mentre solo 10 potranno essere abitate da famiglie italiane.
Per il consigliere del centrodestra Giovanna Monni: “tale bilancio non fa altro che confermare uno squilibrio nella distribuzione degli alloggi, esclusivamente a discapito degli italiani e degli umbertidesi”. E aggiunge: “Si sta andando incontro ad una sorta di discriminazione inversa, che deve essere sanata istituendo maggiori controlli sulle dichiarazioni dei redditi prodotte, dato che una parte della comunità straniera ha dimostrato di avere al suo interno le disponibilità economiche per realizzare addirittura un luogo di culto di grandi dimensioni”.
Parole forti e decise che vanno a sottolineare una situazione particolare, che si ripete da anni, e che evidentemente necessita sempre più di essere affrontata e risolta, magari seguendo l’esempio dell’amministrazione del Comune di Perugia, che ha dato una svolta alla graduatoria per l’assegnamento delle case popolari, privilegiando una volta per tutte le famiglie italiane.
La proposta di Monni è quindi quella di “modificare l’attuale regolamento comunale, assicurando un punteggio favorevole ai cittadini che risiedono da più tempo a Umbertide”.