A Trestina c’è stata un’assemblea pubblica dedicata al caso Color Glass. Vi ha partecipato circa 200 persone, tantissimi cittadini, rappresentanti istituzionali di Regione, Comune, Arpa e Usl, esponenti del comitato per la Salute e altri di associazioni ambientaliste umbre.
Alla fine l’incontro si è risolto con un’intesa di massima a convocare quanto prima un tavolo di confronto che metta uno di fronte all’altro istituzioni pubbliche, organismi di controllo e l’azienda stessa, ma anche i rappresentanti del comitato Salute e Ambiente.
A ribadire la volontà di andare verso questa direzione è il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta all’indomani dell’assemblea pubblica a Trestina. Durante la riunione il primo cittadino ha letto una comunicazione della Color Glass sulle questioni oggetto dell’iniziativa. Si tratta di un documento inviato dal legale dell’azienda Michela Paganelli per conto dei titolari, nel quale viene ribadito «l’impegno costante a cooperare attivamente con Arpa, Asl e Regione nella concreta prospettiva di una gestione sostenibile dell’impianto nel contesto territoriale». Nello stesso comunicato però l’azienda chiarisce di non essere «nella categoria delle aziende insalubri di prima classe anche a fronte degli esiti delle valutazioni condotte dalle autorità coinvolte».
La Color Glass è una società per azioni di proprietà di un gruppo di Trento ed opera a Trestina nella trasformazione, in biossido di titanio, di fanghi provenienti dalla produzione industriale di catalizzatori in ceramica che arrivano da un’impresa di Ferrara. Praticamente sono quantitativi di fango di scarto che vengono poi portati ad alte temperature nei forni aziendali ed escono sotto forma di una sostanza tipo ghiaia a sua volta riutilizzabile.
Ma per la popolazione residente i fumi che escono dai camini dell’azienda rendono l’aria irrespirabile ed hanno un odore nauseabondo. I cittadini, già riuniti nel comitato per la salute Altotevere sud, lamentano il fatto che l’azienda opera anche in mancanza della valutazione d’impatto ambientale esclusa dalla Regione nel 2016.
In questi ultimi mesi è iniziato un lungo percorso di autorizzazioni e monitoraggi, conferenza dei servizi in regione, commissioni comunali, sopralluoghi, fino alla sospensione delle attività imposta dalla Usl dopo gli ultimi risultati di Arpa che evidenziano il superamento dei limiti rispetto alle autorizzazioni concesse.