di Stefano Ragni – Riuscitissima serata nella sala del cardinale gremita di adolescenti con relativi genitori e simpatizzanti. Il GIT, Gruppo di iniziativa teatrale, in collaborazione con la Pro Loco e col patrocinio dell’amministrazione comunale, ha tenuto domenica sera uno spettacolo realizzato nel quadro del “Teatro dei ragazzi”. Si tratta di una iniziativa che in tre anni di corso, ha coinvolto molte classi a tempo pieno della scuola primaria e studenti della secondaria, inseriti in un progetto educativo che fa dell’attività teatrale uno strumento e un’opportunità per stimolare percorsi di crescita affettiva e cognitiva.
Negli intenti dei promotori il laboratorio teatrale diventa occasione di apprendimento in quanto favorisce l’acquisizione inconscia di contenuti, ne stimola la produzione orale ed accresce in ognuno la motivazione ad esprimersi. Inoltre, sempre secondo le dichiarazioni programmatiche dei gestori del progetto, il teatro permette ai ragazzi di crescere e di sviluppare la propria creatività, di affrontare paure, sentimenti e incertezze, di allargare la fiducia in se stessi e negli altri, e di valorizzare le diversità per un reciproco arricchimento, liberando la fantasia, avvicinandosi al mondo della musica, del canto e del ballo.
E’ per favorire questa integrazione tra giovanissimi che l’altra sera, nello spazio letteralmente soffocato di presenze, erano impegnati, tra i protagonisti dello spettacolo, anche i ragazzi della formazione giovanile della Filarmonica Ciro Scarponi, chiamati a un ruolo non secondario nel successo.
La novità di questa messa in scena è stata la presenza, come attori, dei genitori degli studenti: si è creato così un confronto tra giovani di età tra i dieci e quattordici anni, integrati anche dalla presenza di insegnanti, e perfino del dirigente scolastico.
Due i pezzi messi in scena, il primo, una elaborazione di gruppo, vedeva protagonisti Matilde Cecchetti e Tomas Ziarelli, due pepatissimi giovincelli che litigavano a perdifiato, come spesso avviene nelle coppie coniugali, rispondendo alla regia di Primo Lolli.
Più articolato il secondo brano, la favola “Marionette in libertà” del mitico Gianni Rodari, una elaborazione che era mossa dalla regia di Lucio Fanini e vedeva come attori Massimo Sbicca, Vittorio Gatti, Luciana Lapucci, Michele Bura, Pamela Sirci, Maurizio Spedaletti, Margherita Midolo, Daniela, Arianna Farinelli e Attilio Persia, assessore dei servizi sociali del comune. Tra i rappresentanti del corpo insegnante Francesca Rossetti, vicepreside dell’Istituto Comprensivo Torgiano-Bettona, Silvia Mazzoni, Preside dell’Istituto, Anna Maria Villa docente. Importante, per lo spiegamento di una stimolate scenografia e di buone luci era il concorso dei volontari: Franco Mordivoglia, Paola e Francesca Bartoli, Lucio Fanini e il già citato Lolli, presidente dell’Associazione. Per chiunque volesse recepire il messaggio della fiaba di Rodari, era chiaro l’insegnamento che ogni adolescente deve acquisire tra le sue convinzioni: la libertà è un bene inalienabile e se vale per gli uomini e il mondo animale, può essere giusto anche per un mondo inanimato, quello delle marionette, legate da fili odiosi in mano a un padrone collerico e stralunato. E questo può anche ricordarci qualcosa dell’attualità. E, come tutti gli ammaestramento di Rodari, vale anche per noi adulti.
Il piccolo nucleo dei musicisti della Filarmonica Scarponi, quattro insegnanti e i relativi studenti, era schierato a destra del palcoscenico ed è intervenuto con musiche di Strauss e di Mendelssohn sotto la direzione di Alessandro Zucchetti.
Il presidente della Scarponi, Attilio Gambacorta, alla fine di una serata che raggiungeva toni di successo con boati e grida di soddisfazione, ha voluto così commentare la partecipazione dei suoi ragazzi alla serata:
«Misurando l’eccezionale successo di questa iniziativa del GIT non possiamo che essere felici di aver partecipato con le nostre forze. La Filarmonica giovanile, per le sue caratteristiche, si presta in piena sintonia con quanto avviene nel mondo dei giovani di Torgiano. La nostra è una presenza culturale che vorrei definire un presidio di qualità. I nostri studenti si impegnano volentieri nelle iniziative che possono coinvolgere la loro voglia di crescere e di affermarsi. Sotto questo punto di vista siamo pronti a rispondere alla richieste del GIT, un organismo che in città opera più che bene. D’altra parte nel mandato che l’amministrazione comunale ci ha affidato è presente l’esigenza di uno spirito collaborativo di cui vogliamo mantenere la sostanza e la finalità».