Il bando per la stabilizzazione degli operatori sociosanitari dell’Usl Umbria 2 interessa la magistratura perchè Manola Galeazzi, precaria da anni, ha citato in giudizio l’Azienda sanitaria locale.
Ieri a Terni c’è stata la prima udienza del processo (aggiornato a marzo) che dovrà discutere dell’esclusione della donna dalle procedure per la stabilizzazione a cui furono ammessi 12 precari su un totale di 21 posti disponibili.
La Galeazzi era stata assunta nel 2011 per 18 mesi all’ospedale di Narni-Amelia, gestito dall’Usl, poi ha seguitato ad operare nella stessa struttura e con le stesse mansioni per conto dell’agenzia interinale Obiettivo lavoro con diversi contratti.
Nel marzo del 2017 il bando, predisposto dall’Azienda sanitaria locale, prevedeva come requisito ineludibile l’aver svolto un periodo lavorativo di almeno 36 mesi all’interno dell’Usl. L’avvocato sottolinea che, anche durante le assunzioni con l’agenzia interinale, “la mia assistita continuò a utilizzare il badge in dotazione al personale dell’Usl sia all’entrata che all’uscita”.
Gli anni di lavoro prestati in ospedale furono ritenuti insufficienti dall’Usl che nel 2016 le comunicò l’esclusione dalle stabilizzazioni.
Secondo la ricostruzione dell’avvocato Vaccari, “la clausola contenuta nel bando di concorso risulta discriminatoria nel caso della mia assistita e dunque attendiamo una pronuncia in questo senso da parte del giudice del lavoro”.