All’ospedale Santa Maria di Terni si usa la tecnica della crioablazione, tecnica di criochirurgia messa in atto per eseguire l’asportazione di una parte di tessuto biologico danneggiato. L’intervento è permesso grazie all’utilizzo del freddo portato a temperature al disotto della misura del congelamento; sistema che creerebbe nelle cellule bersagliate, la formazione di cristalli di ghiaccio permettendone la distruzione.
La tecnica è stata portata avanti per anni e studiata su pazienti con cancro al seno, in 19 centri oncologici degli Stati Uniti. Inizialmente furono trattati tumori fino a 2 cm, per valutarne l’efficacia, ancor prima di avere avuto l’approvazione dal Dipartimento della Sanità degli Stati Uniti. Il trattamento criogenico eseguito sul tumore e asportato 28 giorni dopo, ha evidenziato il successo nel 92% dei casi, funzionando totalmente per quelli che misuravano meno di 1 cm.
L’intervento si esegue ambulatorialmente in anestesia locale, inserendo e guidando con l’ecografia o RM aperta, una sonda che giunta al tumore inietterà azoto liquido congelandolo. Il tessuto “morto” sarà assorbito dal corpo e scomparirà nel tempo, ma bisogna sapere che l’intervento non si può eseguire su tumori sottocutanei in quanto il freddo può danneggiare la pelle e portare infezioni.