di Adriano Marinensi – Contrordine compagni! La movida, a Terni, non par che sia più “una risorsa economica, occupazionale e sociale”, come solennemente annunciato da un personaggio pubblico di peso, ma qualcos’altro e diverso. Almeno se si da credito a quanto ho letto in cronaca locale, nei giorni scorsi. Primo titolo: “Spaccio per la movida, botte e minacce a chi non pagava”. Sottotitolo: “Operazione della squadra Mobile. Arrestato operaio, trovate due pistole”. Roba grossa, insomma.
Il giorno dopo, ecco il secondo titolo: “Movida, scontro sulle multe”. Stando all’ipotesi formulata da un altro personaggio di peso, ovviamente di parte contraria, attraverso un giochino di delibere di Giunta comunale, le contravvenzioni elevate ad alcuni locali per sforamento dell’orario consentito, potrebbero, come s’usa dire, passare in cavalleria. Sarà vero oppure no? E sarà vero che tra i tiratardi della movida (che mestiere fanno, se d’abitudine rincasano dopo le due di notte?) si muovono loschi figuri, intenti, a spacciare sostanze proibite? Si narra addirittura che, per intimidire i loro clienti dal braccino corto, quei figuri si facessero seguire da simpatici cagnoni del tipo se non paghi la dose, ti mozzico. Lo attesta un altro titolo: “Rottweiler e Pitbull a guardia della droga”. Testimonia la crescente diffusione del fenomeno droga a Terni, anche il rifornitore morto per l’ovulo scoppiatogli nel ventre.
Saranno vere queste notizie oppure no, un aspetto si appalesa verosimile: sta diventando sempre meno credibile chi definisce il tempo vuoto notturno “una risorsa etc. etc. etc.” Per assurdo, qualora fosse inoppugnabile il primo titolo sopra richiamato, potremmo convenire che almeno la “risorsa occupazionale” c’è: per gli spacciatori. Comunque, dato che, a Terni, il successo della movida sembra essere in mezzo al cuore degli Amministratori del Municipio – con tanto di Assessori impegnati ad aprire e chiudere tavoli di trattativa e l’Esecutivo a sfornare delibere di tutela – allora si può concludere che la città è salva ed altri problemi di maggiore rilievo non esistono. Il seguito della grottesca telenovela, alle prossime puntate.
Ora però, fatemi scrivere d’altro e d’altro più serio, rispetto al teatrino della movida. Per esempio, della precaria condizione nella quale versa, sempre a Terni, l’aria che respiriamo. Qui, sono le autorità sanitarie locali a farci ripetutamente sapere che siamo arrivati ad una condizione patologica dell’atmosfera. A tal proposito, mi torna in mente il risultato di una ricerca scientifica giunta ad una conclusione allarmante: “L’inquinamento delle città moderne colpisce l’essere umano sin da quando si trova nel grembo materno”. Tra i fattori inquinanti di rilevante incisività, è ormai pacifico, va annoverato il traffico veicolare. Più volte mi è capitato di indirizzare l’attenzione su tale argomento, chiamando in causa la “parte pubblica” che consente il permanere di siffatto stato di rischio per l’incolumità fisica delle persone. Qui però, il richiamo principale lo vorrei rivolgere a noi cittadini (tutti compresi), servendomi di un mio elementare ragionamento fatto, a mezzo stampa, una decina di anni fa. Anche per controllare se era pertinente ed ancora valido.
Partivo dal convincimento che la democrazia sia il migliore dei sistemi politici; però non funziona senza la fattiva e responsabile collaborazione popolare. Nella fattispecie in esame, il discorso riguarda la circolazione stradale, nella stessa misura della raccolta differenziata dei rifiuti (perché non proviamo a produrne di meno?), dell’igiene pubblica, della pulizia del suolo e di molti altri aspetti della quotidianità. L’appello alla ragionevolezza era indirizzato ai “motorizzati inutili” che fanno uso dell’automobile con poco rispetto ecologico. E spesso corrono pericolosamente. Si diceva in quell’articolo: Tra i pregi di una autovettura, sottolineati dalla pubblicità, spiccano la potenza del motore e la possibilità di andare da 0 a 100 chilometri in pochissimi secondi. Osservazione espressa alla ternana: Dove devi andare così “de prescia”, caro speedy driver?
Molti degli accovacciati dietro il volante, sovente si recano dal vicino tabaccaio. Per costoro, le gambe forse sono un optional. Quando ti rechi, in visita, da casa tua a casa loro, distante qualche centinaio di metri, allibiscono se dici di essere arrivato a piedi. Se, al termine della gioiosa visita, scendi le scale, si sorprendono del fatto che non usi l’ascensore. Loro, mai le rampe “a gamba libera”. All’esterno, per i “motorizzati inutili”, importante è il comandamento, “non usare altro mezzo fuorchè le ruote”. Anzi, andrebbero eliminati i marciapiedi per ampliare le strade e pure le zebre che rallentano la libera circolazione a scoppio. L’optimum, decimare la “razza pedona”. Quella delle strisce bianconere disegnate sull’asfalto, è una invenzione che innervosisce non poco i frettolosi. I quali, mentre attraversi, ti sfiorano il didietro per convincerti della tua (di pedone) pericolosità sociale. Per carità, i dossi artificiali. Oltre all’uso dei freni, fanno sobbalzare l’adorata autovettura. L’aspetto principale, sottolineato nella petizione di allora, rivolta ai motorizzati inutili, riguardava l’incidenza negativa del trasporto non necessario (chiamiamolo così) sull’ambiente dove invece si dovrebbe sbarcare il lunario in maniera più salubre. Contribuire alla diffusione dei gas di scarico e dei rumori molesti, muovendosi senza giustificato bisogno, rappresenta un comportamento biasimevole ed una presenza che sarebbe opportuno ridurre.
In una Terni che, dal punto di vista “respiratorio”, sta correndo grossi repentagli, mi pare che l’umile e fraterno richiamo, indirizzato ai motorizzati inutili, anni addietro, rimanga ancora pienamente valido e giustificato. Insieme ad un altro (non se ne può fare a meno) rivolto alla Pubblica amministrazione nel suo complesso, perché metta in campo interventi di effettivo riordino della circolazione e non più semplici palliativi. La legittimità a governare si conquista con l’esperienza, la sensibilità politica ed ancor più con la qualità e la rapidità degli atti amministrativi.
Per conoscere i contenuti dell’aria che ammanta Terni, basta respirarla e non servono ulteriori studi scientifici, destinati soltanto a rinviare, a data da destinarsi, la soluzione dei problemi annessi e connessi. D’altro canto, i livelli delle sostanze pericolose in atmosfera restano altamente nocivi, anche quando rimangono, per lunghi periodi, prossimi alla soglia massima di tollerabilità. Onde ridurre il circolante e modificare le abitudini, occorrono, tra l’altro, migliori servizi di vigilanza urbana e di pubblico trasporto. E – mi permetto di ribadirlo, in conclusione – un intelligente uso dei mezzi individuali. Il peccato commesso si chiama, per una parte (pubblica) omissione di atti dovuti e dall’altra (privata) penuria di buon costume. Se, a Terni, l’habitat urbano non migliora nel breve termine, è bene si sappia che “peccati” di questo tipo non prevedono indulgenze e, ancor meno, assoluzioni. Per nessuno.