All’ospedale Santa Maria di Terni sono in programma importanti cambi al “vertice”. Tant’è che viste le fuoriuscite di camici eccellenti sono stati subito istituiti due bandi di concorso. Uno riguarda la neurochirurgia e l’altra l’urologia. Per il terzo concorso, quello del cardiochirurgo Alessandro Pardini, ci vuole ancora del tempo visto che è andato in pensione soltanto qualche settimana fa.
La nomina di entrambi i responsabili sono di competenza del Santa Maria, essendo ospedalieri.
E dunque ci si è subito preoccupati di riempire il vuoto lasciato dal neurochirurgo Sandro Carletti che tanto prestigio ha portato a Terni. Per l’Azienda ha deliberato un concorso pubblico per la sostituzione dell’ex primario della struttura complessa di neurochirurgia che scadrà il 15 novembre. Nel frattempo, c’è stata la nomina ad interim di Carlo Conti che rimarrà in carica fino alla scelta del nuovo responsabile che si presume avverrà alla fine dell’anno.
Stesso discorso per la nomina del primario di urologia dopo l’andata in pensione di Luzio Luzzi.
Al suo posto facente funzione è stato indicato Carlo Nico che, anche in questo caso, sarà in carica fino alla nomina del nuovo primario.
E poi c’è anche un terzo primariato da coprire.
Si tratta del cardiochirurgo Alessandro Pardini che ha anticipato di qualche mese l’andata in pensione. «Ho prospettato alla direzione e alla Regione un cambio radicale di fare chirurgia sul territorio – afferma Pardini – senza ricevere una pur minima risposta sia dai vertici del Santa Maria che dalla Regione». E qui si fa fatica anche pensare al futuro della cardiochirurgia, nella città dell’acciaio, dicono i maligni, visto che da sempre la struttura dell’ex primario non è stata mai vista di buon occhio a palazzo Cesaroni che aveva gli occhi soltanto per quella del Perugino.
Si è sempre parlato di costi troppo alti per una seconda cardiochirurgia. Ma con Pardini arrivato da Brescia Terni ebbe subito successo, i viaggi della speranza verso Matera furono azzerati e l’ospedale di Terni divenne un importante punto di riferimento trovandosi al centro tra le regioni Lazio e Marche.
Ora la preoccupazione di tutti è se senza Pardini resisterà ed esisterà ancora la struttura cardiochirurgica dell’ospedale di Terni.