Anche il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, risulterebbe indagato nell’ambito della maxi inchiesta sugli appalti affidati dal Comune a varie cooperative della città. Lui ha sempre negato, nonostante il Movimento 5 Stelle lo incalzasse da giorni, riportando quanto scritto tempo fa sul quotidiano nazionale “La Verità” diretto da Maurizio Belpietro, dove si leggeva: “Leopoldo Di Girolamo è sospettato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta”.
Alcuni giorni fa il gruppo consiliare del M5S affermava: “Il quotidiano afferma di essere venuto in possesso di alcune carte che confermano che anche Di Girolamo è indagato”. I pentastellati ricordano anche venerdì 2 dicembre avevano formalizzato via pec “una richiesta di un consiglio straordinario urgente, proprio per avere chiarimenti da parte del sindaco Di Girolamo circa la sua posizione relativamente alle indagini, soprattutto rispetto ad un suo eventuale coinvolgimento. Il sindaco dopo aver sommariamente negato, ha dichiarato di non aver ricevuto avvisi di garanzia in merito”.
Adesso, viene fuori che nella richiesta di proroga delle indagini sugli appalti in Comune spunterebbe anche il nome del sindaco. E a scanso di dubbio, il magistrato avrebbe chiesto un supplemento d’indagine anche sul suo conto. Da quello che è dato sapere, la proroga chiesta dal gip apparirebbe limitata ad uno dei sette filoni d’indagine, vale a dire quello relativo al verde pubblico.
L’avvocato Attilio Biancifiori che ha incontrato il sindaco di Terni, rivela: “Al momento non è stato recapitato alcun atto giudiziario al mio assistito né sottoforma di avviso di garanzia, né come richiesta di proroga delle eventuali indagini a suo carico”.