L’azienda Electro Terni opera nel settore con diversi stabilimenti nel nord Italia e in Marocco, ma ha preso la decisione di dismettere le attività del sito produttivo di Terni.
A rischio ci sono 36 dipendenti e per 16 di questi dal 14 maggio si apre la prima procedura di licenziamento collettivo: un vero dramma sociale per un territorio come quello ternano fortemente provato dalla crisi.
I sindacati di Fim, Fiom, Fismic e Uilm assieme al sindaco Latini ed al prefetto De Biagi stanno facendo di tutto per trovare imprenditori che possano rilevare l’azienda anche se l’iniziativa non è facile da attuare, a causa della crisi che sta attraversando il Paese ed il sito ternano.
A complicare maggiormente la situazione c’è la chiusura e lo smantellamento dei macchinari del settore magnetico di Ast.
I sindacati sperano in un intervento della Regione Umbria, ma la proprietà non ha mostrato alcun interesse ad eventuali proposte da parte dell’Ente.
E’ atteso il confronto con la proprietà che fa capo alla famiglia Coppo in Confindustria e successivamente in Regione.
Electroterni Srl è nata a Terni nel 1990 come verticalizzazione degli acciai magnetici un tempo prodotti dalle acciaierie di Terni.
L’attività, finalizzata alla produzione di lamelle per nuclei di trasformatori di potenza e di distribuzione, è direttamente collegata alla Nuova Eletrofer di Serravalle Scrivia (Alessandria) che ha fornito impianti e tecnologia. Electroterni, a seguito della recente incorporazione della Soc. Magnetic SpA, storico produttore di nuclei avvolti e ricotti, si pone sul mercato con una offerta completa di leghe magnetiche, sia nel campo degli acciai al silicio che in quello delle leghe magnetiche speciali come FeNi, nanocristallino e spessori sottili per medie e alte frequenze.