In un contesto economico provinciale che presenta ancora diverse incertezze, la Camera di commercio di Terni si appresta ad intraprendere nel 2017 un percorso di accorpamento all’ente camerale di Perugia. A tracciare il punto della situazione attuale e delle prospettive future è stato oggi il presidente, Giuseppe Flamini.
“Nonostante alcune eccellenze importanti, come nel settore metalmeccanico ed aerospaziale, altre questioni che si stanno risolvendo nel modo migliore, come il caso Novelli, e il cambio di marcia da parte di Ast – ha detto -, per tutto il resto il sistema delle piccole e medie imprese registra ancora grandissime difficoltà, mentre uno dei dati più devastanti è rappresentato dall’alta percentuale di disoccupazione giovanile”.La Camera di commercio dovrà inoltre fare i conti nel nuovo anno, in base alla riforma del sistema camerale, con il dimezzamento del diritto annuale versato dalle imprese, che faraà così scendere le entrare a poco più di 2 milioni e 200 mila euro (erano 3 milione e 100 nel 2014), mentre uscite sul territorio sotto forma di servizi ed attività promozionali scenderà a circa un milione e 800 mila euro (2 milioni e 900 mila due anni fa). “Continueremo comunque a supportate le imprese come già stiamo facendo, mettendo loro a disposizione, nelle funzioni specifiche, le poche risorse che abbiamo” ha detto Flamini. In merito al processo di riorganizzazione dell’ente, la riforma ridurrà il numero delle Camere da 107 a 60 e quella di Terni (che ha poco più di 20 mila imprese iscritte, rispetto ad una soglia minima di 70 mila prevista dalla riforma) nei primi mesi del 2018 diventerà sede secondaria della nuova Camera di commercio dell’Umbria. Gli attuali organi dal prossimo settembre potranno svolgere solo l’attività ordinaria, poi saranno sostituiti da un commissario e successivamente dai nuovi rappresentanti unici. “Ma questi ultimi – è stato l’appello di Flamini in merito alla componente ternana nelle nuova giunta – dovranno essere individuati considerando non solo il numero delle imprese iscritte, ma anche altri parametri come valore aggiunto e numero di dipendenti. Su questo punto ci auguriamo una grande sinergia con la rappresentanza politica locale”.
Nel frattempo, nel corso del 2017, si procederaà con la riorganizzazione delle due strutture tecniche, anche attraverso interscambi e riconversione del personale, che registra circa 40 unità a Terni e 90 a Perugia. “Ma questa riforma – ha concluso Flamini – è più un”operazione politica che sostanziale, che inciderà zero sul bilancio delle imprese”.