Di Alberto Laganà – Dicevano i latini ‘gutta cavat lapidem’ (la goccia scava la pietra) ed è bastato un serio interessamento della magistratura perugina per far crollare e mettere in ginocchio il partito più granitico della ex regione rossa.
Ora è un fuggi fuggi generale con un consigliere regionale del Pd che straccia la tessera e con sedi di partito, già semi vuote sotto il regno di Renzi, desolatamente vuote.
Lo si nota anche nelle liste elettorali presentate monopolizzate da cosiddetti indipendenti e con i nomi più noti, quindi più compromessi, assenti.
Ora il colpo di grazia arriva dagli interrogatori dei funzionari e dei politici coinvolti, in primis quello del consigliere politico della presidente Marini che afferma senza giri di parole che eseguiva i suoi ordini e consegnava i plichi con le risposte ai quesiti dei concorsi.
Inizialmente aveva dichiarato di non conoscere e di non sapere, ma di fronte alle prove documentali schiaccianti ha pensato bene di scindere le sue responsabilità da quelle dei vertici regionali.
Ma non è solo Valentini a mettere sul banco degli accusati la Marini, a cascata tutti coloro che hanno partecipato a quello ormai noto come Concorsopoli vuotano il sacco e svelano qual è stato il loro ruolo nella vicenda, cioè solo di corrieri o tramite di volontà altrui.
Sembra un fatto secondario, ma non è così: il Pd da tempo era preparato al peggio, da quando la sua legge sulle intercettazioni era diventata carta straccia e grazie proprio alla nuova legge che i giudici hanno accumulato una montagna di prove che hanno messo a nudo un sistema clientelare scandaloso e anti meritocratico.
Resta un interrogativo non di poco conto: come mai la Marini non è stata arrestata, viste le prove in possesso degli inquirenti, mentre l’ex segretario Bocci sì, quando a suo carico, a tutt’oggi, non sono trapelati fatti altrettanto gravi?
Probabilmente l’inchiesta riserverà altre sorprese e non è escluso che potrebbe essere svelato un sistema di corruzione incentrato su appalti e commesse ben più serio delle solite raccomandazioni.
Prevediamo che i prossimi mesi saranno particolarmente ricchi di novità.
Le frasi emerse dagli interrogatori e dalle intercettazioni riportate dai principali organi di informazione:
Valentino Valentini ai pm: «La presidente mi disse di prendere la documentazione che aveva Duca e di consegnarla a tale “Marisa”…. Io avevo capito che Duca mi aveva consegnato le prove` di un concorso».
Marini parla con Duca (intercettazione): «un’informativa, che m’ha mandato la Marisa, m’ha portato questa selezione qui… tu ce l’hai tutte? Ha dà fa la selezione…».
Roberto Ambrogi ai pm: «Duca mi disse che la candidata Cataldi stava a cuore alla Marini»
Marisa Ricotta (Legacoop) ai pm: «La famiglia di Anna, la stessa Anna o la suocera, mi hanno chiesto di comunicare le generalità della ragazza alla presidente… conosco bene Catiuscia per averci lavorato. Successivamente mi chiamò la presidente e mi disse di contattare Valentini che mi ha consegnato una busta e mi disse di consegnarla alla Cataldi. Cosa che io facevo immediatamente portando personalmente la busta ad Anna nel giro di una o due ore… posso dire di aver fatto tale operazione in due o tre occasioni».