“Il Governo sta lavorando ad una proposta di reddito di inclusione attiva che potrebbe essere integrata con risorse regionali, 5-10 milioni di euro per cinque anni. Intanto fotografiamo la situazione umbra per capire bene la platea sulla quale agire.
Dobbiamo legare il tema dell'inclusione sociale a tirocini presso le aziende per creare una prospettiva lavorativa”. Lo ha dichiarato l'assessore Paparelli alla prima e Terza commissione del consiglio regionale, in merito alla mozione per l'introduzione del reddito di cittadinanza proposta dai consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (Movimento 5 Stelle). Paparelli ha sottolineato “Il Governo sta pensando ad una misura orientata alle persone all'interno del nucleo familiare con Isee sotto ad una determinata soglia: 3.000 o 6.000 euro, ovvero quelle in poverta' assoluta o relativa.
Per quanto riguarda le risorse il Governo sta pensando a un miliardo e mezzo all'anno, di cui 1,2 provenienti dal fondo sociale europeo, con le quali si immagina di dare 400 euro al mese alle persone in poverta' assoluta, da valutare per quanto tempo. Un'ipotesi che coinvolgerebbe 4-5.000 famiglie umbre. La Regione ha disponibili 55 milioni di euro fino al 2020 che coprono altri interventi sociali. Potremmo utilizzarne una parte, dai 5 ai 10 milioni in cinque anni (quindi 1-2 milioni all'anno) per integrare l'azione del governo. Risorse che ha un senso usare per integrare, mentre da sole non hanno senso. Da considerare che questa azione dovrebbe essere concretamente gestita dai centri per l'impiego che ora sono in una fase di transizione”.
Liberati ha risposto “va bene integrare le risorse del Governo e usare le nostre come complementari. Speriamo che l'incertezza dell'esecutivo si chiarisca entro breve. Possiamo pensare di partire dagli inabili al lavoro perché il loro assegno e' di 280 euro al mese, una cifra con la quale non si vive. L'Istat ci dice che l'indice di povertà relativa in Umbria dal 2013 al 2014 e' salito del 14 per cento, passando dal sette all'otto per cento della popolazione. La speranza e' che il nostro intervento possa arrivare il piu' vicino possibile alla soglia di povertà relativa”