(A.L.) Le dure parole lanciate dall'assessore Francesco Calabrese 'su un equilibrio simil mafioso che si è rotto' in Umbria dovrebbero far riflettere chi ha gestito per tanti anni la politica regionale e su quello che non ha fatto,
non ha saputo fare o, peggio ancora, non ha visto per così lungo tempo. Che dire poi della richiesta emblematica di una sponda nei confronti della magistratura per colpire chi ha posto al centro dell'attenzione una situazione che per molti versi è al limite della invivibilità? Ne sa qualcosa chi vive nel centro storico di Perugia o a Fontivegge, ma un po' in tutte le città dell'Umbria devastate dalla droga e dalla presenza di una criminalità diffusa; si pensi al quarto posto di Terni per aumento di furti. E poi l'infiltrazione della camorra nel tessuto umbro è cosa nota alle cronache giudiziarie, quindi perchè scandalizzarsi, semmai ci si dovrebbe scandalizzare del fatto che le istituzioni non hanno posto un valido argine a queste ingerenze criminali. Sicuramente un equilibrio si è rotto nella gestione del potere del capoluogo ed ogni occasione è buona per alzare polveroni, in vista tra l'altro delle elezioni regionali che, nonostante i tanti sondaggi interessati, potrebbero riservare altre sorprese anche in presenza di una legge elettorale palesemente penalizzante per le opposizioni.