Una statuetta illuminata della Beata Vergine Maria posta sull’asfalto del piazzale antistante il “Pala Evangelisti” di Perugia, quasi a voler benedire e proteggere coloro che lo calpestano la notte, giovani schiave del sesso, ha accompagnato la preghiera del Rosario di un centinaio di persone tra padri e madri di famiglia e giovani, che si sono ritrovi a mezzanotte, tra sabato 21 e domenica 22 aprile, come fanno da ben dieci anni tutti i sabati, festivi inclusi. Si tratta del gruppo “Go’El” presso la parrocchia perugina di Santo Spirito ispiratosi alla “Comunità Papa Giovanni XXIII” fondata da don Oreste Benzi; un gruppo di laici impegnati nella missione di strada per l’evangelizzazione e la conversione di tante giovani vite sfruttare e rese schiave. La prostituzione è in costante aumento anche a Perugia e in tutt’Italia e riguarda centomila giovani, delle quali il 40% sono minorenni, provenienti in prevalenza dall’Est Europa e dall’Africa. I loro cosiddetti “clienti” sono nove milioni lungo tutta la Penisola, secondo i dati forniti dalla “Papa Giovanni XXIII”, che denuncia come questo fenomeno si stia sempre più “trasferendo” dall’“aperto” delle strade al “chiuso” delle case e dei locali notturni.
Sabato notte, decimo anniversario del gruppo “Go’El”, c’erano all’incontro di preghiera e di vicinanza a queste giovani vite sfruttate don Aldo Buonaiuto della Comunità Giovanni XXIII, mons. Paolo Giulietti, vicario generale, che ha portato il saluto dell’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile e diversi sacerdoti, religiosi e religiose e laici impegnati. Per più di un’ora si è pregato recitando il Santo Rosario e ogni suo mistero è stato introdotto da una riflessione-testimonianza. Don Aldo, che ha guidato la preghiera, ha ricordato che «sono dieci anni che il Signore ci fa questo regalo, quello di unirci insieme, di essere una chiesa che non ha pareti, anzi, siamo noi le sue pareti sotto questo cielo dove ogni sabato c’è sempre questa presenza di qualità più che di quantità. Come ci disse don Oreste Benzi in questo luogo dieci anni fa in compagnia di questa statuetta della Madonna – ha proseguito il sacerdote –, fino a quando ci sarà una ragazza schiavizzata lungo queste strade si saremo anche noi. Purtroppo, siamo ancora qui perché questa terribile schiavitù è ancora presente. I “clienti”, i cosiddetti “clienti”, permettono questo mercato vergognoso in tante città italiane venendo sulle strade a comprare e ad abusare di giovanissime ragazze. Come possiamo restare in silenzio, non possiamo tacere e ancora una volta diciamo questo no a una ingiustizia insopportabile perpetuata a persone a cui viene tolto tutto, soprattutto la dignità e il rispetto. Ragazze venute da lontano con la speranza di trovare un lavoro per aiutare i propri cari e poi, una volta arrivate, vendute come schiave e ogni nazionalità ha un suo racket. Ad esempio, le ragazze nigeriane devo pagare dai 70 ai 90 mila euro per ritornare in libertà, se ci riusciranno». Don Aldo ha poi lanciato questo appello: «perugini cambiate vita, ribellatevi a questa schiavitù. Tutti i cittadini possono dire no a questa vergognosa ingiustizia, perché essa, in questa città, non ci sia più sulle strade, negli appartamenti e nei locali notturni. Noi lo facciamo con la preghiera, innanzitutto, siamo qui da cristiani e da persone di buona volontà per dire di no come facciamo in tutt’Italia. Qui è una piazza straordinaria: ci sono persone laiche che credono fortemente nella forza della preghiera e anche a noi sacerdoti e consacrati ci danno grande testimonianza. Ringrazio l’arcivescovo, questa sera rappresentato dal suo vicario generale, per questa occasione di stare insieme, di lanciare insieme l’appello a liberare le donne schiavizzate, e ringrazio don Saulo Scarabattoli, parroco di Santo Spirito che ospita da dieci anni il gruppo “Go’El”. Affidiamoci alla Madonna e vogliamo pregare per chiedere alle istituzioni la liberazione di queste donne. La speranza è riposta anche in loro e ne è testimonianza la loro presenza questa sera. Alcune ragazze sono venute a pregare insieme a noi, ma non hanno la libertà che abbiamo noi di tornare a casa questa notte, una notte buia ma illuminata da tante luci di speranza che teniamo tra le nostre mani».
Anche il vicario generale, mons. Paolo Giulietti, ha parlato della Luce della speranza ricordando che «come quindici giorni fa nel buio della notte ci siamo trovati ad accendere il cero pasquale di Gesù Risorto, anche questa sera, in compagnia della Madonna, vogliamo portare nel buio di questa notte fatta di sfruttamento, oppressione e tristezza questa Luce che non è la nostra, ma è la Luce del Risorto, di speranza, che incoraggia tutti a non darsi per vinti come non si è dato per vinto il Signore».
Tra le testimonianze ascoltate quella di Roberto, un giovane responsabile della “Comunità Papa Giovanni XXIII”, che ha ringraziato quanto è stato fatto in questi dieci anni dal gruppo “Go’El” di Perugia: «i vostri cuori si sono aperti, dilatati e detto di si all’amore facendo questo agli altri». Insomma, il “Go’El” è un esempio di vicinanza con la preghiera e con segni concreti verso queste ragazze sfruttate da portare anche in altre città italiane. Roberto ha ricordato quanto sia «importate la disponibilità di alcune famiglie di perugini nel prendersi a casa per un periodo queste ragazze».
La signora Clara del gruppo “Go’El”, nel portare la sua testimonianza, ha detto: «con la nostra presenza qui diciamo alle mamme di Perugia che non si può dormire in pace la notte pensando che tante “figlie” la trascorrano per strada. In questi dieci anni ho avuto due “figlie” in più in casa ed è un dono grandissimo per il quale ringrazio il Signore e Maria».
Molto toccante è stata la testimonianza di una ragazza liberata, Jennifer, che ha detto: «è bello stare qui insieme questa notte, per pregare per le nostre amiche che ancora stanno in strada, affinché Dio dia loro forza e coraggio proteggendole da malattie e pericoli».