L’indagine durata anni, che ha permesso di scoprire una mega evasione di Iva da ben 34 milioni, è partita dalla Guardia di Finanza di Perugia, che ha così scoperto il coinvolgimento diretto di una società “fantasma” di Roma.
Oggetto principale dell’inchiesta, una presunta attività illecita nell’ambito dei carburanti e del rifornimento di benzina e gasolio.
I doganieri avevano infatti rintracciato, durante le indagini, una filiera che, grazie all’evasione dell’Iva, immetteva nel mercato carburante proveniente dai paesi dell’est Europa, a prezzi stracciati.
La società “di comodo” dietro alla frode non si è fermata ai carburanti, ma dal 2015 al 2018 ha operato anche in altri settori commerciali (auto, articoli per la casa, alimentari, elettronica, ecc.), guadagnando anche in questo caso grazie all’evidente evasione dell’imposta.
Questa attività illecita è durata per anni non solo in Umbria, ma anche in altre città italiane.
Il processo, che inizierà il 3 febbraio prossimo, vedrà il coinvolgimento del noto imprenditore umbro Mauro Olivi, al quale è stata contestata da parte dei funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli di Perugia la cosidetta frode carosello.
Proprio un’inchiesta su Olivi aveva portato alla luce la società fantasma, come si legge nell’ordinanza del Gip Natalia Giubilei: “Quell’indagine pregressa aveva già delineato un complesso sistema di frodi carosello per eludere il versamento dell’Iva attraverso il filtro di società di comodo (le cosiddette cartiere) create al solo scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti, sui cui riversare fiscalmente il debito dovuto all’Erario, che poi non veniva onorato”.
Nelle ultime ore, per tutti i soggetti coinvolti nell’inchiesta è scattata anche la contestazione tributaria.