Il 4 dicembre ci terrà l’udienza preliminare “Spazzatura d’oro connection”. Sul banco degli imputati la presunta maxi truffa legata alla gestione dei rifiuti prodotti nell’Ati 2. Nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Valentina Manuali compaiono 16 nomi e sette società. L’indagine sullo scandalo dei rifiuti della Dda è coordinata dal pm Valentina Manuali. Il 4 dicembre è la data fissata dell’udienza preliminare davanti al gup, dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm.
Gli imputati devono rispondere a vario titolo anche di inquinamento ambientale, frode in commercio, getto pericoloso di cose, frode nelle pubbliche forniture e truffa. Gli imputati avrebbero, a vario titolo, indotto in errore gli enti locali committenti il servizio di gestione, che pagavano servizi per trattamento e recupero in realtà non effettuati con ingiusto profitto per Gesenu di 20 milioni e 947mila (cifra che ora richiede la Corte dei Conti). Ma ciò che colpisce sono le parti offese.
Venticinque amministrazioni comunali vittima di truffa e frode (Perugia che è pure proprietaria del 45% di Gesenu, Bastia, Bettona, Cannara, Castiglione, Città della Pieve, Collazzone, Corciano, Deruta, Fratta Todina, Magione, Marsciano, Massa Martana, Montecastello di vibio, Paciano, Panicale, Passignano, Piegaro, San Venanzo, Todi, Torgiano, Tuoro, Valfabbrica, Lisciano Niccone).
Fra le parti offese l’Osservatorio di Borgoglione, 25 comuni della provincia di Perugia, Federconsumatori provinciale di Perugia.
Tali parte offese si potranno costituire parte civile all’udienza preliminare del 4 dicembre.
Il pm Manuali, in particolare, resta ferma nella contestazione dell’associazione a delinquere a Giuseppe Sassaroli, Giuliano Cecili, Roberto Damiano, Silvio Marano, Luciano Sisani, Luca Rotondi, Furio e Ferdinando Baldini, Renato Antonio Presilla, Giosanna Pani. Sassaroli, ex vertice Gesenu, quale “promotore e organizzatore”, gli altri come compartecipi.
I reati-fine contestati a vario titolo: traffico e gestione illecita di rifiuti, inquinamento ambientale, falso in registri e in atto pubblico, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata. Attività illecite – ritiene la procura di Perugia – per consentire “ingiusti profitti” da parte di Gesenu, Trasimeno servizi ambientali e Gest srl.
Ossia i “gestori totali”, sotto il profilo del trasporto, recupero, smaltimento, nell’ambito dei rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi) e urbani prodotti nell’Ambito territoriale integrato 2.
Rispunta, arricchito, anche il filone dei dipendenti pubblici che – secondo la procura – avrebbero chiuso gli occhi su ciò che non andava, dalle parti di Arpa, Provincia e Regione.