Quello del 2014 (il 57mo) sarà un Festival di Spoleto importante che vedrà la partecipazione del maestro Riccardo Muti e che per lirica e prosa vedrà il ritorno di grandi nomi, che vanno da Bob Wilson a Luca Ronconi, un nuovo testo di e con Franca Valeri, serate special con Luca Barbareschi, Edoardo Bennato, ma anche Isabelle Huppert e Gerard Depardieu, un concerto speciale diretto da Riccardo Muti.
Alla presentazione del Festival, avvenuta a Roma, alla presenza del Ministro per i Beni culturali Dario Francechini, c’era il direttore artistico del Festival Giorgio Ferrara che, presentando il cartellone e sottolineando la forza dei moltissimi sponsor ha detto: “Speriamo di aver costruito un Festival che sia sempre più interprete della nostra epoca nella convinzione che anche l'arte possa e debba fare la sua parte'',
L'inaugurazione (27 Giugno, conclusione il 13 Luglio) è affidata a un trittico di brevi opere liriche di Berlioz, Poulenc e Schonberg dirette da John Axelrod e regia di Frederic Fisbach, cui seguirà il debutto di ''danza di morte'' di Strindberg, regia di Ronconi e, in scena, accanto a sua moglie Adriana Asti, lo stesso Ferrara.
La chiusura invece, sarà dedicata al tradizionale concerto in piazza del Duomo, dedicato al Musical americano anni '40 e '50 con due grandi interpreti, June Anderson e Paulo Szot. Il giorno prima il ''Concerto per un amico'', ovvero Candido Speroni, il marito di Carla Fendi che ha invitato a dirigerlo Riccardo Muti, che ''non ha potuto sottrarsi alla richiesta della cara amica'' visto il suo impegno per la cultura col restauro del teatro Caio Melisso.
Il programma ruota attorno ai tre week end del Festival, quando l'affluenza di pubblico è pù alta. In quello d'apertura va ricordato il debutto della nuova commedia, ''Il cambio dei cavalli'', di una sempre vitalissima Franca Valeri, che sarà anche in scena con Urbano Barberini e regia di Giuseppe Marini, quindi il recital di Luca Barbareschi per festeggiare i suoi 40 anni di palcoscenico, e la Huppert in ''Lit Sade'' dagli scritti del Divin Marchese.
Per il secondo week end arriva la grande danza col San Francisco Ballet. La prosa vede invece il debutto del nuovo lavoro di Bob Wilson su ''Peter Pan'' con musiche del duo CocoRosie; poi quello dei ''Dubliners'' di James Joyc nell'allestimento di Giancarlo Sepe; Depardieu con Anouk Aimee nel classico ''Love letters'' di Gurney; un ''Sogno di una notte di mezza estate'' secondo Tim Robbins; il concerto di Bennato.
Per il terzo week end, quello di chiusura, ancora danza con i 60 anni della Paul Tylor Dance Company. Per la prosa arriva Christoph Marthaler con uno spettacolo di musiche e canzoni intitolato ''King Size''; Paolo Magelli che firma l'allestimento di ''Quai Ouest'' di Bernard-Marie Koltes; Walter Pagliaro ch guida Micaela Esdra in ''4.48 Psychosis'' di Sarah Kane.
Attorno a questi appuntamenti principali, non mancheranno i tradizionali e amati Concerti di Mezzogiorno (spostati in Sant'Eufemia), i Concerti al Chiostro del san Niccolò; un concerto per Menotti; e ancora le celebri ''Prediche'' a cura di Lucetta Scaraffia (con interventi che vanno da Mons. Fisichella al Card. Bassetti); le ''Conversazioni con Paolo Mieli'' sul mondo della comunicazione; un omaggio e convegno per Vittorio de Sica a 40 anni dalla scomparsa; il lavoro con le tante Accademie straniere di recitazione curati da quella d'Arte Drammatica Silvio D'Amico; una mostra dedicata ai costumi di Piero Tosi prestati dalla Fondazione Tirelli-Trappetti, solo per ricordarequalcosa, oltre a mostre e la consegna di vari premi.
''Sono tempi difficili , e lo sono anche per il festival dei due mondi – ha concluso Ferrara – che speriamo possa aiutare a dar vita a un circolo virtuoso per la cultura, una cultura pertutti, tanto che quest'anno abbiamo messo a disposizione 5 mila biglietti a un euro''.
Dal canto suo il Ministro Francschini ha assicurato che “l’impegno verso il Festival dei Due Mondi è confermato anche per i prossimi anni, nonostante la difficile stagione che stiamo vivendo».
«Questo Festival – ha continuato il Ministro – è la dimostrazione di ciò che può succedere in Italia: a una fase di splendore è subentrata una di crisi e poi da sette anni, con l’arrivo di Ferrara, è tornato a splendere». Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti anche la vicepresidente della Camera Marina Sereni, il sindaco di Spoleto Daniele Benedetti, l’assessore regionale alla Cultura Fabrizio Bracco e alcuni di coloro che i protagonisti del festival.
Tra i “protagonisti”, da annoverare Carla Fendi che, attraverso la sua fondazione dà un apporto assai significativo alla vita del Festival. ( il Conc erto in piazza con Riccardo Muti che dirigerà l’orc destra giovanile “Cherubini”, e la mostra che racconterà Piero Tosi, il grande costumista che legato il suo nome in particolare a Luchino Visconti) . Quello di Carla Fendi è stato preso dal Ministro come esempio per la elaborazione di una convenzione per la collaborazione fra pubblico e privato.
Tra le iniziative della Fondazione da evidenziare il concerto del 12 luglio, quando in piazza Duomo Riccardo Muti dirigerà l’orchestra giovanile «Cherubini», e la mostra che racconterà l’opera di Piero Tosi, il grande costumista che ha legato il suo nome in special modo a quello di Luchino Visconti. L’opera di Carla Fendi è stata presa ad esempio dal Ministro Franceschini, che da qualche settimana sta lavorando all’elaborazione di una convenzione per la collaborazione tra il pubblico e il privato.
«Questo tabù – ha detto – va rotto e io lo voglio rompere. È ovvio che vista la quantità dei beni culturali che ci sono nel nostro Paese l’investimento pubblico servirà sempre di più, ma il contributo del mondo privato può essere determinante».
«Bisogna aprire le porte – ha continuato Franceschini – come è stato fatto con la Fondazione Fendi, introducendo una convezione-tipo che garantisca incentivi fiscali per i privati che vogliono fare atti di liberalità, allo scopo di aiutare i nostri beni culturali. Per i privati così non ci saranno più alibi e a loro dirò “fate come Carla Fendi”.
Spoleto e il suo Festival sono il simbolo che tutto ciò può realizzarsi». Un Festival sul quale «in futuro – continua Franceschini – dovremo investire di più per incrementarne l’internazionalizzazione. Sui talenti questo Paese deve tornare ad investire, è una priorità assoluta spendere su ciò che abbiamo che è unico e inimitabile. A volte camminiamo sulle pepite d’oro e non ce ne accorgiamo: non è solo un problema di risorse, ma di crederci davvero».