Cinque persone sono state rinviate a giudizio per il fallimento del salumificio Cassetta di Arrone. Lo ha deciso il gip del tribunale di Terni, Simona Tordelli.
Il processo: la prima udienza del processo è stata fissata per il 31 maggio del prossimo anno. Gli imputati sono l’ex titolare del salumificio Antonio Cassetta, la figlia Alessia, il nipote Marco Cassetta, il commercialista e sindaco di Polino Remigio Venanzi e l’imprenditore Arturo Corbelli. Le ipotesi di reato sono tutte relative alla violazione della legge fallimentare.
Il gip ha deciso il non luog o a procedere perché “il fatto non costituisce reato per gli altri sette indagati: Francesco Donzelli, Paolo Sebastiani, Sergio Vincioni, Sandro Citarei, Paolo Zappelli, Luca Galletti e Moreno Gubbiotti Antonio Cassetta è accusato di bancarotta fraudolenta in relazione a nove diversi capi di imputazione.
Gli viene contestato anche il ‘ricorso abusivo al credito’ in relazione ad un affidamento di 250 mila euro ottenuto nel 2011 dalla Banca popolare di Spoleto attraverso Gepafin. . Ad Alessia Cassetta, in qualità di vicepresidente del cda di Umbria Tradizioni società cooperativa e Marco Cassetta, nel ruolo di amministratore legale di Umbria Tradizioni Srl, viene contestato il reato di ‘fatti in bancarotta fraudolenta’ in relazione a quattro diversi capi di imputazione. Stessa ipotesi di reato per Remigio Venanzi, consulente finanziario del gruppo Cassetta, socio e consigliere di amministrazione della Umbria Tradizioni società cooperativa, e per l’imprenditore Arturo Corbelli, fornitore del Gruppo, che avrebbe ricevuto pagamenti per 226 mila euro nonostante il conclamato stato di crisi dell’azienda, a svantaggio degli altri creditori.
Gli avvocati del collegio difensivo dei cinque (Manlio Morcella, Carlo Orsini, Maurizio D’Ammando e Maurizio Simoni) si dicono di poter dimostrare nel corso del processo l’estraneità dei propri assistiti alle contestazioni mosse dalla procura.