La Distellerie Di Lorenzo di Ponte Velleceppi è stata citata dalla Corte dei Conti per tre milioni e mezzo di euro. L’indagine si aggiunge a quella della procura di Perugia, per cui la società avrebbe indebitamente percepito dei fondi attestando il possesso dei requisiti non veri per “impianti alimentati da fonti rinnovabili”.
E dunque, per il pm Manuela Comodi titolare delle indagini, i due legali rappresentanti della società, avrebbero attestato falsamente che la Di Lorenzo avrebbe avuto i requisiti per il riconoscimento della qualifica Lafr ai fini della concessione degli incentivi inducendo in errore il Gse sulla consistenza e sul sistema di funzionamento dell’impianto. E così, parallelamente al procedimento penale in corso con l’ipotesi truffa – di cui il gip Frabotta ne ha disposto il vaglio dibattimentale rinviando a giudizio i due legali rappresentanti delle Distillerie Di Lorenzo – si è mossa anche la Corte dei Conti di Perugia che, nell’atto di citazione del procuratore generale, chiede di condannare i due rappresentanti a pagare alla società Gse 3 milioni e 532mila euro.
Ma la difesa non ci sta. E per tutta risposta ha prodotto una dettagliata memoria difensiva, aggiungendo in via preliminare di dichiarare il difetto di giurisdizione e la nullità della citazione.