Sugli swap è la volta del contenzioso legale.
Lo riporta oggi il Corriere dell’Umbria dedicando un servizio al Comune di Perugia che ha dato l’incarico ad un avvocato esterno di avviare la mediazione “e l’eventuale giudizio di primo grado” in materia di contratti derivati stipulati con Banca Intesa San Paolo. Con la determinazione dirigenziale approvata il 6 marzo scorso, Palazzo dei Priori ha stanziato 33 mila euro per l’incarico all’avvocato riminese Luca Zamagni. Dovrà assistere il Comune di Perugia nella fase pre-giudiziaria nei confronti di Intesa San Paolo spa con riferimento ai vigenti contratti di finanza derivata stipulati con l’istituto di credito il 16 settembre 2006.
Il Comune vuol portare in tribunale l’ipotesi di rimborso per le perdite di quattro “swap” da 43,3 milioni di euro complessivi siglati in piena crisi del buco di bilancio, quattordini anni fa. I derivati servivano per mettere a riparo gli sbalzi dei tassi di interesse dei debiti contratti e per liberare investimenti. La finanza derivata prevede tuttavia oscillazioni di mercato degli stessi contratti, con l’inevitabile rischio di passività per i contrenti. E penali importanti in caso di rescissione unilaterale. Una questione da affidare ad un legale esperto del settore. Il Comune aveva già dato l’incarico all’avvocato emiliano di redigere un parere legale “per approfondire ogni aspetto inerente la validità e l’efficacia dei contratti swap e di ogni loro clausola e, in caso di vizi e irregolarità, per la verifica della sussistenza degli elementi per avviare un’azione contenziosa nei confronti della Banca contraente nelle competenti sedi giurisdizionali, a tutela delle ragioni dell’ente ed anche al fine di conseguire le restituzioni e i risarcimenti del caso”.
Il 16 dicembre 2019 il parere legale del Comune è stato notificato all’istituto bancario. Che “ha riscontrato negativamente il predetto reclamo” con nota di risposta inviata a Palazzo dei Priori il 18 febbraio scorso.
L’amministrazione Romizi ha poi deciso di avviare la mediazione, ritenendo la “sussistenza di ragioni giuridiche evidenziate dal legale incaricato”, per avviare nei confronti di Intesa San Paolo l’istituto della mediazione “quale strumento prodromico ad un eventuale giudizio civile concernente i quattro contratti di finanza derivata ancora in essere”. Sempre nel mese di febbraio la Corte dei conti era tornata a chiedere, attraverso la relazione consultiva della sezione controllo, l’istituzione di un fondo rischi proprio per la copertura dei quattro derivati in questione in caso di effetti negativi. In particolare è stato stigmatizzato “il mancato accantonamento del fondo rischi” nel rendiconto 2018, previsto invece nel 2017 per un milione di euro, “tenuto conto che i quattro interest rate swap stipulati hanno generato flussi negativi per 1.080.202 euro”, scrive la Corte dei conti.