Si preannuncia un brutto Natale per i dipendenti della Maran di Spoleto.
L’agenzia di recupero crediti, con 700 dipendenti, da quando è morto il fondatore Nazzareno D’Atanasio, sta affrontando una crisi difficilissima. Stipendi non pagati, timori occupazionali e nell’aria c’è anche l’ipotesi di una vendita.
Sono questi i temi sul tavolo della vertenza che riguarda la Maran di Spoleto, che vede scendere in campo le organizzazioni sindacali.
Domani, mercoledì 13 dicembre, alle ore 10, davanti alla sede della Maran (via degli Operai n. 1, località Santo Chiodo) si terrà un presidio dei lavoratori dell’azienda promosso da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uilcom Uil. I sindacati vogliono vederci chiaro e chiedono un incontro urgente con la proprietà per conoscere il piano industriale dell’azienda. Il 27 marzo scorso, presso la sede di Terni della Regione Umbria, è stato sottoscritto un accordo sindacale per l’applicazione del FIS (Fondo integrazione salariale) per 101 dipendenti Maran e 85 R&S”.
“L’accordo – spiegano – si era reso necessario a seguito di una diminuzione di fatturato, dovuta alla crescita di una concorrenza sfrenata da parte di aziende che utilizzano contratti di co.co.pro. (abbassando notevolmente il costo del lavoro), oltre che per la problematica del ricollocamento del personale impiegato nella ‘Home Collection’, attività non più richiesta dal mercato di riferimento delle aziende di recupero crediti”.
I sindacati sottolineano anche che alla stesura dell’accordo l’azienda aveva assunto l’impegno a presentare, insieme ai bilanci delle società, un piano industriale e di ristrutturazione aziendale a garanzia della tenuta occupazionale. Finora però nessuna notizia e così Filcams e Fisascat hanno interessato le segreterie nazionali per procedere ad una convocazione di incontro urgente.