Nelle sale operatorie dell’ospedale di Spoleto è in atto una vera e propria rivoluzione. Un’équipe multidisciplinare altamente specializzata e l’uso di tecnologie d’avanguardia, sono gli elementi qualificanti della struttura di chirurgia mininvasiva e robotica del San Matteo degli Infermi. Qui un’equipe specializzata sta utilizzando con successo il nuovo “Leonardo Da Vinci XI”, strumento ad altissima definizione, acquistato dalla Usl Umbria 2 ed entrato in servizio da giugno, messo a disposizione dell’Urologia e della Ginecologia dei presidi ospedalieri di Foligno e Spoleto. Si tratta di un sofisticatissimo macchinario che permette al chirurgo di eseguire interventi complessi con un’invasività ridotta, riducendo le complicanze e i tempi di ricovero e favorendo anche un più rapido recupero funzionale del paziente.
Uno strumento di ultima generazione, grazie al quale l’atto chirurgico diviene sensibilmente più preciso, garantendo il rispetto delle strutture “nobili” da cui spesso dipende la qualità di vita del paziente. Nella maggior parte dei casi il robot infatti, è dedicato al trattamento delle patologie oncologiche, dove la radicalità “curativa” deve trovare il giusto bilanciamento con la necessità di preservare quanto più possibile la funzione dell’organo ammalato.
In ambito di Chirurgia Generale è utile nel trattamento della patologia oncologica del fegato, vie biliari, pancreas e di tutto il tratto intestinale (in particolare colon e retto) e in alcune patologie disfunzionali del tratto gastroenterico.
In ambito di Urologia, il “Da Vinci” è funzionale nel trattamento della patologia oncologica del rene, prostata, vescica, e in alcune patologie disfunzionali dell’alto e basso apparato urinario.
Già numerose le applicazioni. E gli effetti positivi non si sono fatti attendere. I primi resoconti sono davvero incoraggianti.
Liste d’attesa azzerate per le patologie neoplastiche, in generale, e ridotte della metà per quanto concerne gli interventi legati al settore urologico. «Con questa nuova tecnologia siamo riusciti a portare a 4 le sedute operatorie rispetto alle 2 di prima, per 12 ore al giorno» – ha spiegato nel suo intervento in consiglio comunale Marco Trippetti, anestesista dell’ospedale di Spoleto ma anche consigliere Pd. «L’obiettivo – ha detto – è quello di portarle a 5 già da gennaio. Certo è che quest’anno finiremo a 200 interventi. E un numero così fa attestare la nostra Usl prima, in fatto di robotica. Tanto da farla divenire una tra le più importanti in Italia».
Ma a far fare un ulteriore salto di qualità alla chirurgia mininvasiva spoletina-folignate è anche il fatto che il “Da Vinci” diventerà strumento di interventi per altre patologie, come, ad esempio, quelle legate al settore ginecologico.
Laddove cioè, «l’uso del robot è più appropriato» – aggiunge il direttore sanitario Luca Sapori.
Nei giorni scorsi lo staff, diretto dal dottor Lelio Di Zitti, ha eseguito con successo, in una giovane paziente, un complesso intervento di asportazione di un raro tumore al fegato, piuttosto difficile da diagnosticare con le consuete metodiche ecografiche.
Il tumore non era visibile con le comuni metodiche ecografiche che sono necessarie a guidare la mano del chirurgo durante l’asportazione della parte malata del fegato.
Tutto è andato bene. Ciò a dimostrazione che il trattamento dei tumori del fegato risulta efficace se si mette in campo un proficuo lavoro di squadra e si hanno a disposizione tecnologie moderne e di altissima precisione in grado di eliminare, con interventi mirati, le parti malate di un organo preservando le parti sane.