Morì all’ospedale di Terni Emanuele Tiberi, il 33enne raggiunto da un pugno all’alba di domenica 29 luglio durante una lite davanti a un locale di Norcia. L’aggressore era già stato arrestato nelle ore precedenti e accompagnato nel carcere di Maiano (Spoleto) con l’accusa di tentato omicidio, ma a seguito del tragico epilogo gli verrà contestata l’accusa di omicidio preterintenzionale.
A seguire il caso è il sostituto procuratore Vincenzo Ferrigno. A finire in cella è Cristian Salvatori, classe 1985, incensurato, senza fissa occupazione e residente nel borgo terremotato.
Tutto è accaduto intorno alle 5 del mattino davanti alla Vineria. Durante una lite fra i due è partito un pugno in faccia. La vittima è caduta pesantemente a terra e ha subito perso i sensi. Richiesto l’intervento del 118 che, dopo i primi soccorsi davanti al locale, ne ha disposto il trasferimento all’ospedale di Spoleto e poi a quello di Terni, dove è arrivato in stato di coma ed emorragia cerebrale. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime, fino all’avvio dell’accertamento cerebrale, che precede per protocollo l’avvenuto decesso.
Ad occuparsi della vicenda i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Norcia.
Emanuele Tiberi si era da poco riavvicinato a Norcia, dopo aver vissuto per anni a Londra coltivando la sua grande passione della musica. Emanuele era un bravissimo tecnico del suono, ma dopo il sisma era ritornato a casa per aiutare la famiglia, titolare di un’azienda agricola.
Nell’udienza tenuta ieri il gup di Spoleto, Margherita Amodeo, ha accolto la richiesta della difesa – avvocati Francesco Crisi e Davide Brunelli – di un rito abbreviato condizionato a una superperizia. Che dovrà anche stabilire perché il cazzotto che – secondo il consulente della procura, Sara Gioia – ha prodotto una emorragia subaracnoidea post traumatica tanto da provocare la morte cerebrale, non abbia evidenziato alcuna lesione esterna.