La Corte dei Conti il 29 ottobre ha giudicato infondata la richiesta risarcitoria da circa 7 milioni di euro formulata per danno erariale a carico di undici persone, tra cui l’ex sindaco Daniele Benedetti e l’ex direttore generale Angelo Cerquiglini, sostanzialmente perché «non è stata dimostrata alcuna violazione del patto di stabilità interno, né una ricaduta negativa sulla collettività» a causa del buco di bilancio contabilizzato nel 2013 a 9,1 milioni di euro con delibera del consiglio comunale, valso un piano di rientro triennale di pari valore e uno stop massiccio agli investimenti pubblici.
«Ripristinata la verità dopo anni di gogna, falsità e fango: auspichiamo una nuova stagione in cui denigrazione e denunce non giochino ruoli decisivi per eliminare gli avversari politici». Arriva a una settimana dalla sentenza con cui la Corte dei Conti ha assolto tutti sul caso del buco di bilancio, il commento del Partito democratico di Spoleto che fornisce la sua lettura sulla decisione dei giudici contabili: «Si è finalmente ripristinata la verità. Una verità a lungo attesa su un processo che – dicono – ha pesato per anni sulla testa di persone perbene, oneste, che hanno fatto sempre il loro lavoro, coscienziosamente. Pensiamo agli amministratori e soprattutto agli impiegati, tecnici e dirigenti comunali coinvolti e a tutte le loro famiglie, che hanno vissuto anni di preoccupazione e spesso anche di denigrazione. Loro sicuramente non meritavano questa gogna e tutte le falsità che sono state dette e scritte. A loro in particolar modo va tutta la nostra solidarietà e la nostra gratitudine per aver sempre svolto il loro lavoro con onestà, competenza e grande professionalità, per il bene della città e della collettività».
Resta tuttavia in corso il processo penale per alcuni tecnici del municipio imputati per falso davanti al tribunale di Spoleto.