Trenta milioni di euro verranno utilizzati dall’Anas per la manutenzione programmata di tutti i viadotti della E45 che ricadono nel territorio umbro. Con quei soldi vengono assicurati i cosiddetti interventi ciclici che seguono con cadenza regolare e costante i controlli a cui i sovrappassi vengono sottoposti. «Tutte le opere d’arte di Anas – tiene a precisare l’ente – sono oggetto di procedure standardizzate di controllo che prevedono ispezioni trimestrali da parte del personale di esercizio e un’ispezione tecnica più approfondita una volta all’anno. Sulla base di questo processo continuo di ispezioni e controlli viene programmato il piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria».
L’obiettivo finale di Anas, guidato da Ennio Cascena, è quello di tenere sotto «monitoraggio elettronico» tutti i 13mila ponti viadotti e cavalcavia della rete stradale che l’ente gestisce.
«Sono già in funzione le prime applicazioni condotte in via sperimentale anche con la collaborazione di Università e aziende — precisa Anas —. Mentre sono già in corso le procedure di appalto con cui si potranno realizzare le prime installazioni diffuse».
Il Contratto di Programma Anas 2016-2020 prevede uno stanziamento di circa 350 milioni l’anno in Italia per interventi su ponti e viadotti.
In Umbria si interverrà per sul sovrappasso di Ponte San Giovanni (in corrispondenza dell’innesto del raccordo Perugia-Bettolle), sul viadotto di Collestrada lungo la E45 e su quello di Toano. E Anas ha subito rassicurato che si tratta di «deterioramento degli strati superficiali» dovuto agli agenti atmosferici «che non influisce sulla staticità dell’opera». «Gli interventi di risanamento del viadotto di Ponte San Giovanni – ha aggiunto Anas – sono già appaltati e saranno avviati a fine settembre. Analoghi interventi sono stati già eseguiti su altri ponti, come nel caso del viadotto della E45 a Collestrada».
Ma ci si consenta un appunto. Su La Nazione c’è oggi una foto della nostra Governatrice che sta lì col dito puntato ad indicare i massicci piloni della superstrada come a metterli al centro dell’interesse pubblico. Non sarà una “preoccupazione” un po’ tardiva e piuttosto “furbetta”, visto che arriva dopo i fatti di Genova?
Insomma, meglio sarebbe stato se tale “sottolineatura” fosse arrivata prima e non dopo il crollo del ponte Morandi.