Sei spettacoli per il “Perugia Teatro Festival”.
È stato presentata oggi al Morlacchi di Perugia la prima e innovativa edizione di un festival nato e ideato dai giovani per i giovanie aperto a tutti. Il titolo di questa innovativa rassegna lascia poco spazio alle interpretazioni: “Le smanie di primavera” racconta le storie di artisti dal volto fresco, pronti a cimentarsi a vari livelli con sfide e interpretazioni di altro profilo, sognando di proseguire ed evolversi nella recitazione.
Un festival che guarda al futuro chiedendosi, come ha spiegato il direttore dl Teatro Stabile dell’Umbria Nino Marino, “quali sono i registi, gli attori, gli scenografi e il pubblico di domani”. Le nuove leve del teatro si troveranno così ad interfacciarsi con gente di tutte le età cercando di diffondere conoscenza, arte e passione.
Il primo spettacolo, “Peter Pan guarda sotto le gonne”, andrà in scena domenica 8 aprile ed è il primo capitolo della “Trilogia sull’identità”, racconta l’infanzia di un’undicenne degli anni ’90 nato in un corpo femminile, osservando come il transgenderismo possa assumere le sembianze della spontaneità e persino della tenerezza. Il centro tematico del lavoro è la scoperta dei primi impulsi sessuali e lo scontro con i genitori per affermare la propria identità.
Si proseguirà poi dal 17 al 20 aprile, con “Il Racconto d’inverno” di William Shakespeare, una favola nera raccontata da un bambino di otto anni con tanti personaggi e di conseguenza tante sfaccettature e storie che costringono lo spettatore ad abbandonarsi e a farsi sedurre. A questa rappresentazione hanno collaborato anche gli allievi del corso di scenografia dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, che per la prima volta hanno avuto l’occasione di toccare con mano il lavoro che hanno scelto di intraprendere. Si sono così cimentati nella realizzazione dei costumi e dell’allestimento della scena, studiando di conseguenza le planimetrie dei principali teatri perugini. Un’occasione unica per interfacciarsi una prima volta con il mondo del teatro.
Dal 2 al 3 maggio sarà la volta di “Gianni”, ispirato alla voce di Gianni Pampanini. A mettere in scena questo spettacolo sarà sua nipote Caroline Bagloni che, dopo il suicidio dello zio, ha ritrovato alcune cassette in cui erano registrato una sorta di monologo/diario. Un racconto straziante che si insinua nella mente degli spettatori con una forza inaudita, ricordandogli sempre che si tratta di una storia realmente accaduta.
Caroline Baglioni, insieme a Michelangelo Bellani, sarà anche la protagonista di “Non è ancora nato” che sarà in scena dal 7 al 9 maggio.
Successivamente, domenica 13 maggio, toccherà a “Frog”, la nuova produzione della Compagnia di danza contemporanea “Déjà Donnè” Frog, la rana è la prova che la trasformazione può portare alla liberazione. Il corpo rappresenta una realtà mutevole, transitoria. La propria immagine è qualcosa che il corpo costruisce; una costruzione che esso compie attraverso lo sguardo e in rapporto all’altro e alle condizioni ambientali e agli spazi in cui si muove. Acquisendo struttura e competenza diviene un dispositivo complesso e organizzato, primo luogo del mutamento come risultato di un processo creativo.
Infine, dal 15 al 20 maggio, sarà la volta di “Stabat Mater”. Secondo capitolo della Trilogia sull’identità, viene raccontata la vicenda di un trentenne, scrittore, uomo di cui si possono notare gli aspetti più ordinari nonostante egli stia vivendo una situazione straordinaria. Tale straordinarietà consiste nel vivere al maschile quando tutti, almeno inizialmente, osservino come il suo corpo abbia sembianze femminili. Il tema centrale è l’emancipazione dalla madre, la difficoltà di diventare adulti.
Una rassegna dai mille volti e dalle mille storie che vuole portare il teatro ad interfacciarsi sempre più con un vasto pubblico, toccando differenti argomenti da differenti prospettive.