Diminuiscono sempre di più i nati e i residenti in Umbria.
I dati lasciano poco spazio all’interpretazione, segno di una società che si sta modificando ogni giorno di più.
Inutile negare che questi nove anni di profonda crisi hanno modificato il tessuto sociale di tutta l’Italia, rendendolo instabile e spesso mutevole. Anche la popolazione umbra ne sta uscendo profondamente cambiata, sono sempre meno i cittadini stanziali dal 2016 ad oggi, nonostante la recente classifica, stilata da “ItaliaOggi”, dipinga una regione in cui la qualità della vita è tra le migliori del paese e prevede di migliorare nei prossimi anni.
Perugia si trova, infatti, al 24° posto della lista, con grande soddisfazione del sindaco Andrea Romizi che continua a spingere verso un miglioramento sempre maggiore. Terni, invece, si piazza al 66° posto, in risalita rispetto agli anni passati.
C’è quindi da chiedersi come mai, le elaborazioni Ires-Cgil, registrino un incidenza così negativa nel tasso demografico. Secondo i dati provvisori nel 2016 sono state registrate 2.976 nascite e ben 5.703 morti, con un saldo di -2.727.
Numeri impressionanti che continuano a peggiorare di anno in anno portando il cuore verde d’ Italia a fare i conti con drastiche riduzioni anche all’anagrafe, sono infatti più di mille gli umbri che hanno deciso di cancellarsi per trasferirsi all’estero ma, di questi, circa ottocento sono giovani al disotto dei 39anni.
Sintomo forse di una speranza di lavoro sempre più lontana in una regione che conta un alto tasso di disoccupazione, i giovani sentono quindi il bisogno di trovare la loro strada al di fuori dall’Umbria, che vede solo un abitante su due soddisfatto della propria condizione economica.
Il cuore verde d’Italia si trova così ad invecchiare velocemente, con un indice di dipendenza dagli anziani del 40,3%.