Nei giorni scorsi, gli uomini della Sezione “Criminalità Diffusa” della Squadra Mobile hanno concluso una articolata attività d’indagine, dando esecuzione a due provvedimenti precautelari emessi dall’Autorità Giudiziaria a carico di due maghrebini, pregiudicati ed irregolari sul territorio nazionale, dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti in zona “Fontivegge” e, in particolare, a “Case Bruciate”.
Le indagini sui soggetti vengono avviate nello scorso mese di maggio, allorquando emergeva che un paio di maghrebini, utilizzatori di una sola utenza telefonica cellulare di spaccio, erano particolarmente attivi nella commercializzazione al dettaglio, nelle due zone indicate ma soprattutto a Case Bruciate, di sostanze stupefacenti del tipo “eroina” e “cocaina”.
La scelta della zona di Case Bruciate quale zona di spaccio, secondo quanto emerso nel corso dell’indagine, era dettata dalla necessità, all’indomani dei numerosi provvedimenti eseguiti a carico dei vari pusher della Stazione dalla Squadra Mobile, di eludere i controlli e le operazioni della Polizia di Stato, spostando gli incontri dal luogo tradizionale ovvero la Stazione e l’attigua Piazza del Bacio.
Le modalità dell’attività di spaccio sono le seguenti: generalmente, il cliente contatta i fornitori di droga telefonicamente, componendo il numero “dedicato” a tale attività criminale; uno dei due pusher, alternativamente, rispondono alla chiamata e si danno appuntamento in un punto preciso di Case Bruciate o di Fontivegge.
Nel frattempo lo spacciatore, da solo o con il proprio complice, va a recuperare lo stupefacente già accuratamente occultato sotto terra o in qualche anfratto della zona, solitamente già suddiviso in singole dosi, dopodiché avviene lo scambio stupefacente/denaro in contante, con la promessa di rivedersi alla prossima cessione.
Lo stupefacente viene occultato in nascondigli di fortuna per l’ovvia ragione per la quale gli spacciatori, in caso di perquisizione personale o domiciliare, risultino sempre “puliti”, e la tecnica della suddivisione in piccoli involucri, non risponde soltanto all’esigenza pratica di avere a disposizione dosi già pronte alla vendita, ma anche a quella di assicurarsi l’impunità e di evitare, in linea di massima, l’arresto, nel caso in cui la droga venga trovata dalle Forze di Polizia.