Due studenti, un ventenne di agraria, campano, e un 25enne di biologia, sono finiti in manette dopo che la Polizia ha scoperto nell’abitazione che condividevano a Perugia una vera e propria attività imprenditoriale basata sulla produzione di marijuana.
Tutto è partito quando, in occasione dei controlli notturni a Fontivegge, i poliziotti, verso le 03:30 del mattino, hanno notato un giovane che si aggirava nei pressi dello scalo ferroviario.
Insospettiti dalla presenza del ragazzo a quell’ora della notte, gli agenti lo hanno fermato e controllato.
All’interno dello zaino i poliziotti rinvenivano una bomboletta spray ed un’immagine che ritraeva un graffito.
Alla luce dei recenti episodi di imbrattamento dei muri cittadini, gli agenti, nella convinzione di essersi imbattuti in un “writer” seriale, approfondivano il controllo.
I sospetti degli agenti iniziavano, tuttavia, ad indirizzarsi anche verso altre ipotesi criminose allorché, esaminando lo zaino ed un astuccio trovato al suo interno, si rendevano conto che emanavano un forte odore di marijuana, come se, pur non contenendola in quel momento, l’avessero contenuta di recente.
A dare concretezza ai sospetti degli agenti, un’immagine contenuta nel telefono del giovane che ritraeva il medesimo astuccio con all’interno una copiosa quantità delle infiorescenze tipiche del citato stupefacente.
Data la situazione, i poliziotti decidevano di procedere al controllo domiciliare e, giunti nell’abitazione del giovane, gli operatori trovavano ampia conferma dei loro sospetti.
All’arrivo della volante, infatti, nell’appartamento veniva sorpreso il coinquilino del fermato che, indossando guanti di lattice ed armato di forbici da cucina, era intento a porzionare lo stupefacente, circondato da barattoli di sostanza essiccata, semi, fertilizzanti, una bilancia ed un bilancino di precisione.
L’intera abitazione era stata trasformata in una sorta di azienda agricola per la produzione di marijuana: in un locale era stata allestita una serra completa di sistemi per il controllo delle condizioni ambientali e di impianto di irrigazione, destinata alla semina ed alla crescita delle piante; in un’altra stanza, invece, all’interno di un armadio, erano riposte grucce trasformate in essicatoi alle quali erano appese le foglie che ancora dovevano asciugarsi.
Inoltre, sparsi ovunque, barattoli in vetro e cartoni contenenti marijuana pronta per essere suddivisa in dosi.
Sfruttando le conoscenze maturate grazie agli studi in agraria mantenuti dalle rispettive famiglie – che provvedevano anche alle spese per l’appartamento necessario ai due studenti fuori sede – i due avevano allestito una vera e propria impresa per la produzione di stupefacente ed il suo confezionamento in singole dosi.
Occultati all’interno del libretto sanitario del cane di uno dei due, poi, la Polizia rinveniva altresì 430 euro in banconote di diverso taglio, verosimilmente provento delle attività di cessione della droga.
Sequestrato e sottoposto ad accertamenti, lo stupefacente rinvenuto ammontava a 337,21 grammi, corrispondente a circa 689 dosi.
Tratti immediatamente in arresto per concorso in fabbricazione e detenzione di sostanza stupefacente, i due si sono difesi sostenendo di essere consumatori e di coltivare lo stupefacente per uso personale.
Collocati ai domiciliari su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati processati con rito direttissimo ad esito del quale il Giudice, tenendo in considerazione la gravità dei fatti, ha applicato ad entrambi il divieto di dimora nell’intera Regione Umbria ed il rientro nelle zone di residenza d’origine.