Abuso d’ufficio e falso in atto pubblico le accuse contestate dalla procura di Perugia: nel mirino cinque delibere della Usl 1 per le autorizzazioni a Umbra SaLus e Clinica Lami.
Otto gli imputati per i presunti abusi commessi per far guadagnare le case di cura private per prestazioni di chirurgia oculistica e ortopedica. Per un presunto guadagno illegittimo stimato in circa 600mila euro.
Nomi di primo piano della sanità: l’ex dg della Usl Umbria 1, Giuseppe Legato, l’ex direttore sanitario della Usl 1 e attualmente ospedaliero, Diamante Pacchiarini, Domenico Barzotti in qualità di direttore amministrativo, Nazzareno Zucchettini, responsabile amministrativo, il direttore sanitario Donatella Seppoloni – e poi l’allora direttore del servizio accreditamento sanitario regionale, Antonio Perelli, il titolare rappresentante della Umbra Salus, Paolo Scura e il direttore sanitario, Igino Tomassoni.
Le accuse sono, a vario titolo, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Gli imputati avrebbero accreditato la Casa di cura presso il Servizio sanitario regionale, in assenza dei requisiti necessari (da qui la contestazione di falso), permettendogli di svolgere operazioni chirurgiche all’interno delle strutture pubbliche (per la chirurgia oculistica all’ospedale di Pantalla) e senza alcuna evidenza pubblica. Reato analogo commesso per agevolare la Clinica Lami (il cui legale rappresentante non è imputato, ndr) ma per operazioni ortopediche.
Come riporta la Nazione, ieri a tenere banco in udienza è stato il contrasto netto tra attuale e vecchia dirigenza dell’Asl. Si è costituita parte civile l’Azienda sanitaria locale 1, attualmente diretta da Andrea Casciari che accusa, senza mezzi termini, gli imputati e quantifica il danno in soli trentamila euro. «Si chiede da un lato di vedere accertata la responsabilità penale degli odierni imputati», è scritto e «l’integrale ristoro del gravissimo danno subito».
Patrimoniale e non.
Perché – nelle parole dei legali dell’Asl, Paolo Rossi e Luca Benci – gli imputati hanno «gravemente leso il buon andamento della pubblica amministrazione» e «l’immagine, la credibilità e il prestigio dell’ente pubblico». Un attacco che l’ex Dg Legato non ha incassato. Nella sua difesa davanti al gup, chiedendo l’esame dell’imputato (come pure la dottoressa Seppoloni) ha esordito ricordando che, nonostante la Asl si sia .costituita in giudizio (non la Regione dell’Umbria), la stessa Azienda ha continuato a usufruire dei contratti contestati per un anno dopo il cambio della guardia alla direzione. Anzi Legato ha sostenuto che dal contratto con i privati ne è derivato non un danno ma un risparmio all’Asl di circa 900mila euro.
Adesso spetta al gup decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Gemma Miliani. Il 17 maggio è fissata la discussione e la sentenza.