Finisce dunque davanti alla Corte dei Conti il processo a tre consiglieri della vecchia legislatura regionale chiamati in giudizio per il presunto danno erariale nell’utilizzo dei fondi assegnati da palazzo Cesaroni ai gruppi.
Così il 10 ottobre compariranno davanti alla sezione giurisdizionale presieduta da Salvatore Nicolella (componenti del collegio Chiara Vetro e Stefano Siragusa) ci saranno Franco Zaffini, Fiammetta Modena e, per la seconda volta, Roberto Carpinelli.
I fascicoli, aperti lo scorso marzo dal vice procuratore Pasquale Principato, vanno a logico rimorchio (e non sono finiti) delle indagini chiuse dalla Procura e lavorate dalla guardia di Finanza.
Le contestazioni riguardano l’utilizzo dei fondi assegnati ai gruppi consiliari della passata legislatura. Così a Carpinelli, Zaffini (ora senatore di Fdi, assistito dall’avocato Antonio D’Acunto) e la Modena (oggi
senatrice di Forza Italia, avvocato Franco Libori) vengono contestate spese non corrette.
La Finanza sollevò dubbi per pranzi, rimborsi benzina e iniziative politiche. Contestazioni
anche da 30mila euro. Per Carpinelli si tratta di una seconda volta, vista la condanna in primo grado per le spese del 2011.
Il procuratore Pasquale Principato ha notificato a tutti i coinvolti la richiesta di deduzioni, l’anticamera dell’atto di citazione. Traslato nel penale una sorta di chiusura delle indagini e richiesta di fornire spiegazioni prima di procedere con la richiesta formale di danni erariali.
Come scrive La Nazione Umbria “In particolare l’attuale senatore di Forza Italia Fiammetta Modena, e l’ex consigliere Roberto Carpinelli (già Comunisti italiani) hanno optato per l’abbreviato appunto. Aderendo al pagamento ma in forma ridotta. La Modena (alla quale la procura chiedeva danni per 49mila euro) avrebbe già ricevuto l’avvallo della procura e questa mattina la Corte potrebbe ratificare la decisione del pagamento del 50 per cento della somma richiesta quando era capogruppo a Palazzo Cesaroni, per le rendicontazioni del 2011 e 2012.
Se ammesso il convenuto deve pagare la somma pattuita entro 30 giorni. Sentenza che poi diventa non più impugnabile. Modena è assistita dall’avvocato Franco Libori.
Pronto a discutere davanti alla Corte l’attuale senatore Franco Zaffini (FdI) difeso dall’avvocato Antonio D’Acunto a cui la procura chiede 55mila euro di danni. All’epoca dei fatti capogruppo del Gruppo “Misto” (nel quale solo successivamente confluì anche Orfeo Goracci) a Zaffini la procura contesta spese anche di 6 euro non adeguatamente rendicontate. Ma anche pagamenti di quasi 6mila euro per trasferte non documentate, cene in ristoranti dell’Umbria che – secondo la Finanza – non erano o non c’è traccia di “fini istituzionali”, ma anche riprese audiovideo comunicati stampa e soggiorni a Milano per partecipare a eventi politici.
Secondo la procura, diretta da Antonio Giuseppone, alcune delle spese rimborsate sono generiche, altre non rientrano nei “fini istituzionali” di cui parla la legge in materia e, altre ancora risultano illegittime perché gli stessi esercenti che hanno fatturato le spese hanno disconosciuto l’entità del pagamento”.