Al PostModernissimo la storia non si vincola alle date ufficiali e questo martedì sarà già tempo di celebrare la Giornata della Memoria (che ricorre il 27 gennaio) per ricordare le vittime del nazifascimo.
Per farlo con una proposta dal forte contenuto ma allo stesso tempo decisamente coinvolgente, è in programma la serata-evento The hate destroyer, con il regista Vincenzo Caruso e la protagonista Irmela Mensah-Schramm presenti in sala e pronti ad un confronto con il pubblico perugino. L’appuntamento di martedì 23 gennaio è organizzato in collaborazione con l’Istituto Tedesco di Perugia e il dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia.
Irmela Mensah-Schramm è una donna dai capelli grigi con l’andatura un po’ goffa, che gira ogni giorno per la sua città e nei dintorni a caccia di scritte e adesivi xenofobi o di richiamo nazista, armata di vernici spray e raschietto. The Hate Destroyer è infatti un film sull’odio dilagante, sull’indifferenza e su ciò che sta dietro ad una scelta di attivismo. Ma è anche il racconto intimo di una donna che da anni lotta per diventare straordinaria. “Cosa sarebbe Irmela se non ci fossero i neonazisti?”, si chiede una coppia di suoi cari amici. E per chi lo fa? Per gli altri o per se stessa? Dopo anni di attivismo, in molti si sono accorti di lei: in Germania, Finlandia, Italia ed altri Paesi Europei, oggi Irmela è un simbolo della lotta contro i messaggi di odio.
Irmela vive a Wansee, a pochi chilometri da Berlino, dove la polizia l’ha messa in guardia sul rischio di essere incriminata per atti vandalici: «Ciò che volevo fin dall’inizio – ha spiegato il regista Vincenzo Caruso – era far compiere allo spettatore un percorso emotivo. Lo stesso che ho intrapreso e vissuto io. Per questo motivo, nel corso del film, si è attraversati da sentimenti contrastanti che mettono ogni volta la protagonista sotto una luce nuova. Così l’opinione muta, compie un viaggio e torna al punto di partenza arricchita dagli elementi che servono a completarla».
Chi è Irmela Mensah-Schramm? Una signora berlinese di sessantacinque anni che una mattina del 1985, andando al lavoro, ha visto su un muro un adesivo razzista, così la sera ha preso le chiavi di casa e lo ha staccato. Da allora continua a cancellare ogni giorno dai muri scritte omofobe e razziste, dopo averle fotografate. I neonazisti tedeschi hanno tappezzato Berlino con adesivi che la raffigurano inneggiando alla sua morte. Le sue mostre fotografiche sono ospitate in tutta Europa. È sola, rischia grosso, ma Irmela è una donna che rifiuta di piegarsi. Ha già sconfitto un tumore al seno, che a detta dei medici le lasciava pochi anni di vita, ora nulla la può fermare. Questa è la sua storia ed è anche la nostra: quella di un’Europa che si sveglia ogni giorno più violenta, ma in cui la caparbietà semplice e rivoluzionaria di chi si alza in piedi e dichiara il suo “no” può ancora fare la differenza.