Vertenza Perugina, forse non tutto è perduto. Si lavora per salvare, o forse meglio sarebbe dire, rimediare una situazione molto compromessa. Comunque sia ci si prova, si torna a ragionare. Questa mattina è in corso un incontro importante. Allo stesso tavolo si siedono l’azienda, presente con il direttore delle relazioni industriali Gialuigi Toia e il direttore corporate strategy Massimo Ferro, la Rsu, i sindacati con i vertici nazionali e locali di categoria, le istituzioni locali con la presidente Catiuscia Marini e il sindaco di Perugia Andrea Romizi.
Sindacati e Nestlé si ritrovano davanti al viceministro Teresa Bellanova per confrontarsi sul futuro dello stabilimento di San Sisto e dei suoi oltre 800 dipendenti. In ballo ci sono i 364 esuberi annunciati dall’azienda per la fine di giugno 2018, quando scadranno gli ammortizzatori sociali previsti dall’accordo firmato il 7 aprile 2016.
Nestlé vorrebbe gestirli con incentivi all’uscita dal processo produttivo, i sindacati puntano alla creazione di nuovi posti di lavoro puntando sulle peculiarità delle produzioni a cominciare dal Bacio.
Tutto parte dal nuovo piano marketing presentato dalla Nestlè ai sindacati e alla Regione, in cui si parla di ingenti investimenti sui prodotti, non solo il Bacio, per promuoverli in Italia e all’estero.
Nel documento si possono leggere tanti segnali positivi, ma questo non significa automaticamente che il taglio non sia confermato.
Dal canto loro i sindacati metteranno sul piatto le proposte per riassorbire quel numero: dall’insourcing (internalizzazione di servizi come le pulizie e la movimentazione merci) ma anche l’idea di un polo logistico (che per la verità non entusiasma Nestlè).
Tutti si attendono poi un segnale dal Governo, con la viceministra Bellanova chiamata a mettere sul tavolo strumenti che aiutino a trovare un accordo che possa soddisfare le parti e soprattutto ridare qualche speranza ai lavoratori che in questo momento vedono il loro futuro seriamente compromesso.