di Bruno Di Pilla – In questi giorni più che mai il colore rosso, simbolo del fuoco, s’addice allo storico Rione di Porta Sant’Angelo, in cui affluiva il combustibile necessario ai bisogni dell’intera città e sul cui stemma campeggia una spada fiancheggiata da due ali. Accade, infatti, che i residenti nel primigenio quartiere del capoluogo regionale siano in fermento per il timore che possano essere chiusi al culto il dodecagonale Tempio di San Michele Arcangelo e la stessa Chiesa-madre di Sant’Agostino, in Piazza Lupattelli, da mezzo secolo entrambi affidati alle solerti cure dell’84enne Parroco, monsignor Fernando Sulpizi, tra l’altro esorcista ed insigne musicista.
Sono inquieti, i fedeli del Borgo d’oro, impegnatissimi nel raccogliere migliaia di firme per scongiurare un evento che impedirebbe loro non solo il quotidiano accesso ai due gioielli architettonici, ma ne provocherebbe anche un grave senso di smarrimento per la perdita identitaria di un patrimonio sacro che, di padre in figlio, si tramanda da secoli. L’ennesimo accorpamento di edifici religiosi causerebbe, in Corso Garibaldi, un duro colpo alla memoria d’intere generazioni di perugini, credenti e non. Eppure, considerata la crescente penuria di nuove leve fra i sacerdoti, già altre parrocchie sono “cadute” negli altri 4 Rioni dell’antica “Turrena”.
Ne sono esempi San Filippo Neri in via dei Priori, Sant’Andrea in via della Sposa, San Fortunato in Piazza Grimana, San Fiorenzo in via Alessi, come dire che quasi tutte le Chiese del centro storico vengono aperte solo episodicamente, in occasione di speciali festività. E’ un po’ lo stesso destino del magnifico complesso monumentale di Sant’Ercolano, Vescovo “defensor civitatis” e martire sotto Totila, che sorge in fondo all’omonima scalinata ed il cui portale d’ingresso è, purtroppo, quasi sempre sbarrato alle visite di residenti e turisti, che restano amareggiati e delusi nel contemplare solo da fuori l’imponente maestà di un Tempio così suggestivo. Spes ultima dea, però. Ora i cittadini del Borgo d’Oro, pur consapevoli dell’innegabile carenza di nuove ordinazioni presbiteriali, si augurano che l’Arcivescovo di Perugia, Cardinale Bassetti, possa in qualche modo intervenire per sbrogliare l’intricata matassa della “desertificazione” del loro Rione.