(A.L.) Si è svolto recentemente il direttivo del Pd umbro con toni trionfalistici come se il calo di un terzo dei votanti delle primarie ed i fatti gravissimi di Terni non tocchi più di tanto il segretario Leonelli. Gli analisti politici regionali tracciano un quadro del tutto differente della situazione del partito nella nostra regione che, proiezioni alla mano, perderebbe dal 10 al 15% nelle principali città nell’elezione dei sindaci. Dei centri maggiori Perugia e Spoleto sono già persi e Foligno questa volta non farà il miracolo visto anche lo sfilarsi della sinistra. Gli allarmi sulla disoccupazione sempre più grave lanciati dai sindacati e sul fatto che la crescita non si avverte proprio, dovrebbe almeno porre qualche domanda al direttivo, consigliandolo di abbassare i toni trionfalistici e porsi qualche domanda seria. Insomma, a giudizio generale, di rosso in Umbria ormai c’è solo l’allarme economico e questa volta, alle amministrative, non basterà cambiare qualche faccia per poi magari usarla solo come soprammobile (vedi la sanità regionale) ma delineare un progetto diverso e credibile facendo una pulizia radicale tra le leve di comando e soprattutto togliere gli scheletri dall’armadio se non si vuole ridurre il Pd ad un cimitero.