(A.L.) Zingaretti chi? Sembra questa la risposta data dai consiglieri del Pd umbro al loro segretario nazionale con la decisione di rinviare (sine die) le dimissioni della presidente Marini e c’è già chi sospetta nell’ombra l’intervento di Renzi per mettere in difficoltà il nuovo leader romano.
Che poi tutto questo crei dei danni irreversibili al partito a Palazzo Cesaroni interessa poco, prima gli interessi locali e la voglia di far finta che non sia successo nulla.
Del resto è già accaduto nel 2011 con le dimissioni dell’allora assessore alla sanità Riommi (un altro folignate come Barberini) con Sanitopoli quando, nonostante lo scandalo e le condanne, tutto continuò a funzionare come prima.
Gli esponenti della roccaforte rossa resistono come a Fort Alamo, tengono duro e prendono tempo sperando che succeda il miracolo e la gente dimentichi presto l’ennesima storiaccia.
Del resto ci sono altre 5 regioni ‘gestite’ dal centrosinistra nei guai ed anche nell’altro versante del centrodestra i dolori non mancano con il presidente della Lombardia e quello della Calabria inquisiti (forse ce ne dimentichiamo qualcuno) e con le nuove regioni conquistate da Salvini e soci che non riescono a mettere in piedi uno straccio di giunta.
Insomma così fan tutti ed intanto il Pd umbro si organizza per le prossime regionali, nella speranza che i tanti beneficiati e gli altrettanti aspiranti ad esserlo restituiscano il favore al partito.
Tutto questo a conferma che gli elettori non sono certo migliori degli eletti e che si preferisce il malaffare, la corruzione.” E’ un po’ come tentare la sorte al Superenalotto – pensano gli umbri – chissà che prima o poi possa beneficiarne anch’io!”