Aborto da incubo al Santa Maria della misericordia.
Sono stati lasciati soli a gestire un parto gemellare, indotto a 21 settimane in maniera preventiva a causa delle condizioni in cui riversavano le due bambine. Una era già morta, mentre l’altra rischiava di subire seri danni neurologici.
È la tragica vicenda che ha colpito una coppia di Assisi che ora si trova a fare i conti con danni psicologici ed eventuali problemi fisici che la madre potrebbe aver riscontrato. Per questo motivo hanno deciso di sporgere denuncia e raccontare la loro drammatica vicenda.
Il padre, ancora scosso, spiega come le sue figlie siano nate “nel bagno del Santa Maria della Misericordia, per l’esattezza nella padella per fare pipì”, senza che nessuno gli stesse vicino monitorandone le condizioni e assistendoli in maniera corretta. Una storia che prosegue poi in maniera drammatica con la donna, una rumena di 37 anni, che si è ritrovata da sola in bagno supportata solo dal suo compagno a gestire le operazioni d’aborto, perdendo inoltre una quantità di sangue fuori dal normale.
“Vista la situazione il mio compagno mi ha appoggiata al muro perché stavo svenendo e si è subito attivato per suonare il campanello e chiedere assistenza. Dopo pochi istanti sono giunti un’ostetricia anziana, una giovane e il dottore. Intanto una delle due bambine gemeva nella padella ed entrambe erano attaccate alla madre” e lei stessa in lacrime a narrare le sfumature più orribili della situazione spiegando anche come siano iniziate le manovre rudi per rimuovere la placenta che però si sono rivelate inutili dato che, in casi del genere, è necessario operare. L’intervento è però avvenuto solo dopo due ore.
In seguito ai fatti la coppia dichiara di essere stata contattata da molti medici dello stesso reparto che “hanno chiesto scusa per quanto accaduto”. Ora la donna è seguita da uno psicologo per superare il dramma della perdita delle bambine, dell’aborto, e delle surreali condizioni in cui si è svolto. Ha deciso inoltre di sporgere formale denuncia alle autorità e non esclude che “il loro modo di agire possa averle cagionato problemi fisici oltre a quelli psicologici”.