Trent’anni a Francesco Rosi. Questa è la pena che gli è stata inflitta, con rito abbreviato, dal Gup Alberto Avenoso per l’omicidio della moglie Raffaella Presta avvenuto il 25 novembre 2015. L’uomo, subito dopo aver ucciso la moglie con dei colpi di fucile, aveva chiamato i Carabinieri e si era costituito.
Lo scorso 17 marzo il Pm, Valentina Manuali, aveva chiesto per Rosi l’ergastolo con l’aggravante, tra le altre, della premeditazione. Il Gup ha riconosciuto le aggravanti della crudeltà, dei futili motivi, della presenza del minore e del contesto di maltrattamenti, come richiesto dal pm, ma non quella della premeditazione.
Alla lettura della sentenza il 44enne agente immobiliare non ha avuto alcuna reazione. “Ha solo detto che se l’aspettava – ha spiegato il suo legale, Laura Modena – io invece speravo in qualcosa di meno. Le aggravanti non c’erano e soprattutto non c’erano i maltrattamenti”.