di Bruno Di Pilla – Chiesa cattolica in crisi per carenza di vocazioni? Anche in Umbria, purtroppo, alcuni luoghi di culto chiudono per l’assenza di giovani sacerdoti ed i seminari sono quasi deserti, essendo fatalmente attratti, i figli del nuovo Millennio, dalle innumerevoli sirene che si agitano nel mare magnum di una società in larga parte edonista e scristianizzata.
Eppure, addirittura nei 5 Continenti, è fertilissimo l’humus in cui operano non solo i Francescani, ma anche i seguaci del Cammino Neocatecumenale, che, proprio quest’anno, hanno festeggiato il mezzo secolo d’attività (1968-2018). I numeri sono impressionanti. Il movimento fondato dal pittore spagnolo Kiko Arguello, i cui statuti sono stati regolarmente approvati nel 2008 dal Pontificio Consiglio per i Laici, su impulso di Papa Benedetto XVI, è presente in 134 Paesi del mondo, con 21.300 comunità in 6.270 parrocchie e 1.668 famiglie impegnate in missione, di cui 216 hanno abbandonato ogni forma di vita tradizionale nelle Nazioni d’appartenenza per emigrare ed agire nelle zone più impervie del pianeta, ovviamente senz’alcun fine di lucro e solo per evangelizzare persone e popoli che, in non poche aree geografiche della Terra, mai hanno sentito parlare di Gesù Cristo, né dell’infinita misericordia dell’Eterno Padre.
In sostanza, si tratta di vere e proprie “missiones ad gentes”, incoraggiate e benedette dai vari Pontefici che si sono succeduti sulla Cattedra di Pietro, dopo il provvidenziale Concilio Vaticano II. Non a caso sorto proprio nel 1964 fra le baracche di Madrid, affollate da immigrati, prostitute, ladri, vagabondi, analfabeti, poveri ed individui per varie ragioni emarginati dalla società, l’Iter Neocatecumenale è stato sempre seguito e sorretto con entusiasmo da Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ed ora da Papa Francesco, che ha più volte mostrato una forte predilezione per i nuovi evangelizzatori, tra l’altro utilissimi per la vitalità cosmopolita della stessa Chiesa madre di Roma. D’altronde ben 120 sono i seminari diocesani missionari “Redemptoris Mater”, dai quali escono, in gran numero, quei sacerdoti novelli di cui tanto bisogno s’avverte, non solo in Umbria ed in ogni altra Regione d’Italia. I più “prolifici” seminari nazionali del Cammino sono quelli di Roma, Firenze e Porto San Giorgio, cittadina marchigiana in cui, nel 1988, si recò Papa Giovanni Paolo II, che inviò in missione le prime 100 famiglie.
A Perugia sono una decina le comunità neocatecumenali, frequentate non solo da studenti universitari, ma anche da adulti, anziani ed interi nuclei familiari, che si ritrovano periodicamente ogni sabato sera, nelle varie Chiese della città, per le celebrazioni eucaristiche, animate da cantori e strumentisti. I gruppi, i cui componenti sono sempre in contatto e lodevolmente pronti ad aiutarsi a vicenda, non solo in campo economico, organizzano la cosiddetta “traditio” nelle case dei vari rioni della città per annunciare la Parola del Signore. Parole d’ordine dei neocatecumeni sono umiltà, semplicità e lode all’Altissimo. Significativo è, inoltre, l’accurato studio delle Sacre Scritture, la cui meditazione agevola una profonda riscoperta delle radici bibliche dell’uomo, nonché del valore del Battesimo.