PERUGIA – Ha chiuso venerdì scorso, con un bilancio più che positivo, il dittico che la Fondazione Ranieri ha offerto al pubblico, aprendo il grande salone del palazzo Sorbello, una terrazza che si affaccia sulla vista dei campanili di san Domenico e di san Pietro, un panorama mozzafiato sulla prospettiva meridionale dello sky line cittadino.
Seguendo una modalità programmata dal professor Ruggero Ranieri, il secondo e conclusivo appuntamento si è disteso su un dittico che aveva per oggetto la ricorrenza celebrativa dei 150 anni della morte di Gioachino Rossini.
Data l’alta valenza internazionale che contraddistingue la Fondazione il piano dell’incontro prevedeva di inscrivere le tradizionali letture in lingua individuandole nell’arco di tempo in cui Rossini ha operato, ovvero quel delicato momento di passaggio tra l’Italia giacobina e insurrezionale e il Romanticismo. E’ stata un’ epoca in cui le modalità di viaggio e di approccio alla civiltà italiana subirono una sostanziale modificazione, ed è così che il professor Ranieri ha personalmente letto un estratto del volume sui Viaggiatori stranieri a Perugia che Marilena De Vecchi pubblicò nel 1992 con l’editrice Volumnia. Un volume prezioso che raccoglie schede biografiche e testimonianze odeporiche dei tanti stranieri che soggiornarono in città dalla metà del 1500 al 1940.
Molto apprezzato dagli studiosi, dopo la sua seconda edizione il testo è praticamente introvabile e la Fondazione sta programmando una ulteriore emissione, in un formato dinamicamente accessibile e a costi più contenuti.
Come nella precedente serata del 14 agosto, dove Chainez Razgallah aveva letto in francese brani del romanzo “La bella in mano al boia” di Uguccione Ranieri, venerdì, a partire dalle 19 in punto, alla prosodia è succeduta la musica. con una nutrita serie di esecuzioni affidate a un particolare duo di chitarre formato da Alessandro Zucchetti e Stefano Falleri.
In due con un tutto-Rossini distribuito su quattro strumenti, in quanto Zucchetti e Falleri sono in grado anche di combinare le chitarre con la voce del tenore e col clarinetto.
Di qui una intelaiatura di pezzi che avevano per oggetto la musica rossiniana, a partire dai Six Rondeau di Carulli, alla sinfonia delle Cenerentola arrangiata da Mauro Giuliani. E qui gioverà ricordare l’episodio narrato da Massimo D’Azeglio nelle sue Memorie, quando cita una particolare serenata che nel 1820 inscenarono Giuliani, Paganini e Rossini nel Carnevale Romano, ove si presentarono vestiti da musicisti ambulanti ai quiriti stupiti di tanta maestria esecutiva.
L’arietta di Berta dal Barbiere di Siviglia ha visto poi Falleri impugnare il suo clarinetto, seguita da Zucchetti che ha intonato la serenata “Se il mio nome” con la sua bella voce di tenore. Chiusura col Giuliani che trascriveva per le chitarre la sinfonia della Gazza Ladra.
Nel frattempo si erano offerte al pubblico tre letture in lingua inglese, effettuate da giovani collaboratori della Fondazione. La prima dal Childe Harold di Byron, la seconda dalle lettere che Jane Westropp inviava nel 1854 al fratello. Vi si parla della visita all’Università degli Olivetani, dove la viaggiatrice poteva ammirare statue antiche, uccelli impagliati, apparecchi elettrici di sorprendente fattura.
Nelle gallerie dell’Accademia di Belle Arti la Westropp ammirò le Madonne del Perugino e i loro volti “Puri e celestiali”. La visita a Perugia si concluse con l’accesso al manicomio di porta Santa Margherita. Con sorpresa dell’inquirente i malati venivano trattati col massimo rispetto.
Un certo spazio è stato riservato alla lettura di una famosa pagina del romanzo “The marble Faun” di Nathaniel Hawthorne. L’americano visitò Perugia preunitaria e immortalò la sua memoria nella descrizione di una festosa piazza del Duomo magistralmente riprodotta nella sua prosa. La sua diffusione, dopo l’edizione del romanzo avvenuta nel 1860 suscitò un inedito interesse per i lettori statunitensi.
A tramonto avvenuto il pubblico è stato invitato a un gradevole aperitivo con calice di vino. La sorprendente affluenza di pubblico, con sedie insufficienti e molti ascoltatori in piedi ha premiato un progetto destinato a ripetersi.
Stefano Ragni