Ex marescialla maggiore della Polizia provinciale di Perugia è indagata per peculato, rifiuto di atti urgenti, soppressione e occultamento di atti pubblici. La 45enne tra il 2014 e il 2016 avrebbe nascosto in un cassetto e tre armadi del suo ufficio, stando a quanto emerge dall’inchiesta aperta dalla guardia di finanza, multe mai notificate ai diretti interessati.
Di contro la dipendente della provinciale “si appropriava delle somme di denaro riscosse a fronte delle violazioni alle norme sulla circolazione stradale contestate, di cui aveva la disponibilità”, è scritto nell’ipotesi di accusa riferita in un decreto di perquisizione del 22 dicembre 2017.
Le sanzioni messe sotto chiave non sono mai state spedite. Fino a due mesi fa. Quando ottocento multe che vanno dal 2011 al 2016, di cui circa la metà prescritte, sono state inviate tra dicembre e gennaio ai trasgressori dalla Provincia di Perugia.
La Provincia di Perugia ha chiesto di conoscere il parere della sezione controllo della Corte conti “circa la possibilità di chiedere in pagamento crediti prescritti, costituiti da entrate derivanti da sanzioni per violazioni del codice della strada, per i quali tuttavia i soggetti interessati non hanno eccepita l’intervenuta prescrizione”. Perché non ne erano al corrente. La sezione controllo “ha ritenuto la richiesta di parere inammissibile sotto il profilo oggettivo in quanto il quesito è riferito ad atti di gestione riservati all’ente e manca di indicazione dei riferimenti normativi sui cui criteri applicativi generali deve essere incentrata la questione”.
L’avvocato dalla 45enne, Mario Bruto Gaggioli Santini, fa sapere che “l’indagata è stata interrogata dal pm Mario Formisano e ha chiarito la sua posizione. E’ totalmente estranea ai fatti contestati anche in ragione del ruolo ricoperto”.