Sindacati e Nestlé si sono incontrati al ministero dello Sviluppo economico per parlare del futuro della Perugina. Ma per ora non si è arrivati a nessun risultato di rilievo.
Tutto è stato rinviato al 9 novembre.
Le posizioni sono rimaste ferme su entrambi i fronti. Da una parte i lavoratori che continuano a richiedere con determinazione il dietrofront dell’azienda sulla questione dei 364 esuberi.
E la proprietà, che dal canto suo, ha invece insistito nel ribadire l’intenzione di mantenere gli impegni presi nell’accordo siglato nell’aprile 2016.
Ma, forse, a ben vedere, qualcosa si è mosso sul piano dei tempi e della diplomazia.
E’ stata proprio la viceministro Bellanova ad avanzare la proposta che per sei mesi si lavori su un impegno congiunto delle parti sul piano industriale, da verificare ogni 60 giorni.
Intanto a Perugia sale la protesta. Mentre le parti si stavano confrontando a Roma, davanti alla fabbrica di San Sisto si è svolto il presidio dei lavoratori, che per l’intera giornata di mercoledì 27 settembre ha scioperato. Per dare eco alla protesta alcuni dipendenti presenti al presidio hanno bloccato simbolicamente la strada davanti allo stabilimento, creando disagi fra gli automobilisti.