La città scende in piazza per difendere la Perugina.
Sabato 7 settembre è stato scelto come il giorno della protesta e il centro, fin dalle prime ore del mattino, si è riempito di manifestanti.
Regione Umbria, sindacati, politici e sindacalisti, cittadini e lavoratori, Comuni e associazioni di categoria. Tutti hanno dato la loro adesione. L’intento è di dare così una risposta corale affinché la multinazionale Nestlè torni sui suoi passi e la finisca con la politica dei tagli e dei licenziamenti che riguardano soprattutto la fabbrica di San Sistgo.
Tutta Perugia in piazza a dare man forte. . Una manifestazione unitaria per dire no ai 364 esuberi a San Sisto e al piano Nestlé. Tra la folla, numerosissima, anche il segretario della Fiom Maurizio Landini che ha raggiunto i lavoratori Perugina, intorno alle 10, quando la manifestazione non era ancora rientrata nel vivo: «C’è bisogno di far cambiare idea alla multinazionale e serve un intervento forte del governo», ha detto, accompagnato dal segretario Vincenzo Sgalla.
Filippo Ciavaglia della Cgil di Perugia ha aperto la manifestazione con queste parole: «Perugina è Perugia e l’intera regione, qui c’è la comunità dell’Umbria e il mondo del lavoro. Non permetteremo 360 licenziamenti. Dopo questa piazza andremo a trovare Toia e gli altri dirigenti in Svizzera».