A giugno andranno a processo due infermieri della centrale operativa del 118 del Santa Maria della Misericordia di Perugia per aver scambiato un infarto per gastroenterite.
Era il periodo di Natale di due anni fa quando un 55enne di Monteluce si sentì male e andò a soccorrerlo un’ambulanza con due infermieri ma sprovvista, tra l’altro, di un defibrillatore.
All’inizio sembrò una normale indigestione, visto anche il periodo festivo, ma l’anamnesi del paziente, sofferente di ipertensione acuta doveva far pensare a qualcosa di più serio.
Il prossimo giugno ci sarà il processo per i due operatori sanitari ma il Pm ha avuto anche parole di critica sulla gestione del 118 in quanto bisogna prevedere l’ipotesi più grave quando si va ad assistere un paziente e non prendere alla leggera i sintomi della malattia, e quindi bisognava mandare un’ambulanza meglio attrezzata.
A chiedere l’intervento della magistratura sono stati i familiari del 55enne, per niente soddisfatti dell’intervento medico, in quanto avevano avvertito dell’ipertensione del paziente e dei forti dolori che provava al petto. Non solo, il poveretto aveva dovuto scendere le scale a piedi e non gli era stato fatto un ecocardiogramma in quanto l’ambulanza ne era sprovvista.
“La Procura si è mossa con grande rapidità e competenza, ha spiegato l’avvocato Bacino, tanto che in poco più di un anno siamo già all’udienza preliminare per fare luce su un episodio che sembra configurare gravi responsabilità colpose”.
E per far sì che simili episodi non si ripetano in futuro.