La Camera di Commercio di Perugia ha presentato in occasione dell’annuale incontro con l’imprenditoria giovanile della Provincia di Perugia,tenutosi nella sede Camerale, il rapporto sulla situazione regionale del settore al 31 dicembre 2016, e per discutere su “cosa significa oggi essere giovani imprenditori”. L’incontro è stato organizzato in collaborazione con il Comitato giovani imprenditori.
Dal Rapporto è emerso che nel 2016 in Umbria è proseguito il calo delle imprese guidate da giovani un fenomeno che rispecchia quanto accade anche a livello nazionale. Con 169 imprese in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le aziende caratterizzate dalla partecipazione assoluta o maggioritaria di giovani con meno di 35 anno perdono il 2,2%. E comunque un calo notevolmente inferiore rispetto a quello registrato nel 2015 quando era stato registrato un meno 369 rispetto a fine 2014. Oggi nella regione le imprese giovanili sono 7.562 e in cinque anni sono calate del 18,3%, con 1.695 imprese guidate da giovani in meno rispetto al dato di 9.257 del 2011 (le percentuali di Italia centrale e Italia si attestano rispettivamente su -13,2% e -15,2%). Nel corso del dibattito assieme agli elementi negativi è stato peraltro sottolineato anche qualche spiraglio di cambio di tendenza. Tra questi, un indice di imprenditorialità comunque più alto di quello italiano, la crescita più evidente nel settore dell’agricoltura a significare “maggiore attenzione alla cura del paesaggio e alla tutela del territorio” oltre alla voglia di autoimpiego. Peculiarità delle imprese giovanili umbre è infatti la marcata presenza delle ditte individuali (il 73,8%), la forma giuridica in cui si concentra maggiormente l’orientamento a mettersi in proprio soprattutto in ragione del minor fabbisogno di capitale iniziale. Non è stato trascurato di sottolineare, poi, il fatto che l’Umbria si caratterizza anche per numero di start-up innovative, visto che con 118 imprese al 31 dicembre 2016 “si piazza molto bene a livello nazionale”, come ha ricordato Mario Pera, segretario generale della Camera di Commercio di Perugia, che ha introdotto i lavori. “Uno strumento ben utilizzato – ha detto – quello delle start-up e soprattutto prevalentemente nel settore dei servizi”. Durante l’incontro sono state inoltre illustrate le “case stories” proprio di due start-up umbre: One Talent TV e Wearable Italia. Ospiti dell’incontro sono stati anche alcuni ragazzi dell’istituto Capitini a testimonianza, ha sottolineato Pera, “del rapporto proficuo fra sistema camerale e istituti scolastici in linea con il progetto alternanza scuola-lavoro”. I giovani infatti – è stato sottolineato – vanno sostenuti subito perché possono avere fin dalle scuole superiori delle idee imprenditoriali che poi si possono trasformare in vere e proprie imprese sul campo, come ha ribadito soprattutto Jacopo Mele, giovanissimo digital-life coach che ha portato la testimonianza della sua esperienza parlando di ‘Networking, autoapprendimento continuo e condivisione di idee’. Un talento che a soli 23 anni è stato selezionato da Forbes come uno dei 30 under 30 più influenti d’Europa e che Wired qualche settimana fa ha inserito tra le 50 persone al mondo da tenere d’occhio nel 2017. A presentare nel dettaglio l’Osservatorio 2016 sulle ‘Imprese Giovanili in Umbria, la loro consistenza, i caratteri, le dinamiche’ per Unioncamere Umbria è stato Andrea Massarelli. Le 7.562 attuali imprese giovanili umbre (1.985 quelle artigiane, 2.429 quelle guidate da donne, 1.554 quelle con componente straniera) rappresentano il 9,3% del totale delle imprese operanti in regione. Il calo registrato in Umbria (-2,2% e con percentuali diverse tra Perugia e Terni che perdono 1,7% la prima e 3,5% la seconda) accumuna tutte le regioni italiane visto che a livello nazionale c’è un -2,6%. A livello provinciale le imprese giovanili sono localizzate per il 74,4% a Perugia e per il restante 25,6% a Terni.
L’Osservatorio esamina anche l’indice di imprenditorialità, calcolato rapportando il numero di imprese condotte da giovani sul numero di giovani residenti (popolazione di età compresa tra i 18 e i 35 anni); l’Umbria ha dei valori che si avvicinano molto a quelli dell’Italia e dell’Italia centrale con un grado di imprenditorialità giovanile che si assesta sul 4,65% – leggermente più alto del dato nazionale (4,55%) e più basso, sempre leggermente, di quello delle regioni centrali (4,74%). Gli unici settori in crescita sono l’agricoltura (+165 imprese), con una variazione positiva del 15,8%, e quello della sanità e assistenza sociale (+6,1%). Preoccupante il crollo del settore delle costruzioni che ha fatto segnare un meno 11,4 per cento.